Bardonecchia, città di confine incastonata nell’Alta Val Susa, affronta una lenta e faticosa ripresa dopo l’imprevedibile furia del Rio Frejus. L’evento meteorologico estremo, innescato da piogge torrenziali, ha causato un’esondazione devastante, portando con sé non solo ingenti danni materiali, ma anche una profonda ferita nella comunità, sigillata dalla tragica perdita di Franco Chiaffrino, figura storica del tessuto commerciale locale.La Val Susa, un territorio fragile e particolarmente esposto ai rischi idrogeologici, si presenta ora con un paesaggio segnato da un manto di fango e detriti, risultato dell’irruzione violenta del fiume. Le operazioni di pulizia sono in corso a ritmo serrato, con squadre di volontari, protezione civile e personale specializzato impegnati a liberare strade, ponti e infrastrutture vitali per la ripresa della vita quotidiana. La stima dei danni, al momento impossibile da quantificare con precisione, si preannuncia consistente e interesserà sia il patrimonio pubblico che quello privato.La viabilità, pur con qualche difficoltà, sta gradualmente ripristinando la propria funzionalità. Gli svincoli autostradali della A32, precedentemente interrotti a causa dell’allagamento, sono stati riaperti, garantendo un collegamento essenziale con la rete stradale regionale. Al contrario, la strada statale rimane inagibile, penalizzando ulteriormente la mobilità nella zona. Il trasporto ferroviario, invece, ha mantenuto una regolarità apprezzabile, rappresentando un’arteria cruciale per il collegamento con le aree limitrofe e per il trasporto di beni e persone.L’emergenza abitativa, inizialmente gestita attraverso l’accoglienza temporanea nei locali del palazzetto dello sport e presso abitazioni di amici e parenti, sta volgendo al termine. Le autorità competenti, dopo un’attenta valutazione dei livelli di sicurezza, hanno autorizzato il rientro dei residenti nelle proprie abitazioni, con l’impegno a monitorare costantemente l’evolversi della situazione e a fornire assistenza continua.L’evento tragico solleva interrogativi profondi sulla vulnerabilità del territorio alpino di fronte agli eventi meteorologici sempre più intensi, esacerbati dai cambiamenti climatici. La necessità di un approccio integrato, che combini interventi di prevenzione del rischio idrogeologico, riqualificazione del territorio e sviluppo di strategie di adattamento, si fa sentire con urgenza. La memoria di Franco Chiaffrino e la ricostruzione di Bardonecchia rappresentano, in questo contesto, un impegno collettivo verso un futuro più sicuro e resiliente.
Bardonecchia: la lenta ripresa dopo la furia del Frejus.
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