La lotta alle mafie, un’emergenza complessa che affligge la Basilicata come altre regioni italiane, non può essere delegata esclusivamente all’azione repressiva delle istituzioni. Richiede, piuttosto, un profondo cambiamento culturale, una ri-costruzione del tessuto sociale che si fondi su valori di legalità, giustizia e partecipazione attiva. È un tema che ha trovato voce e protagonismo nell’iniziativa promossa dalla Consulta Provinciale degli Studenti di Potenza, nell’ambito della ventinovesima edizione della Giornata dell’Arte e della Creatività Studentesca, un evento che ha visto la collaborazione di Esn Sui-Generis Basilicata e del Consorzio Universitario della Basilicata.L’iniziativa, che ha visto l’intervento del vicepresidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, ha evidenziato come l’impulso a coinvolgere le istituzioni e la politica, spesso percepite come distanti e autoreferenziali, sia venuto proprio dai giovani. Questo segnale, di per sé significativo, indica una presa di coscienza e una volontà di agire che vanno incoraggiate e sostenute. Non si tratta solo di denunciare e punire i comportamenti criminali, ma di creare un ambiente in cui tali comportamenti non trovino terreno fertile.La cultura, intesa come insieme di conoscenze, valori, competenze e sensibilità estetiche, rappresenta l’antidoto più efficace contro l’omologazione e la passività che le mafie cercano di imporre. Investire in cultura non significa solo finanziare musei o teatri, ma promuovere l’educazione civica, l’arte, la musica, lo sport, l’impegno sociale, la ricerca scientifica. Significa creare opportunità di crescita personale e collettiva, stimolare la creatività, favorire il pensiero critico, rafforzare il senso di appartenenza alla comunità. L’arcivescovo metropolita di Potenza, monsignor Davide Carbonaro, ha sottolineato come la pace interiore, la capacità di scegliere il bene, di resistere alle tentazioni del potere e della violenza, sia il fondamento di una cultura di legalità. E in questo percorso, l’arte, in tutte le sue forme espressive, può svolgere un ruolo cruciale, rivelando la bellezza, la verità, la fragilità dell’esistenza, invitando alla riflessione, alla compassione, alla solidarietà.Le parole del giornalista e scrittore Paolo Borrometi hanno aggiunto un tassello importante al quadro: le mafie temono non solo l’informazione che le smaschera, ma soprattutto la consapevolezza, la conoscenza che si diffonde tra i giovani, perché questa è la vera arma per smantellare il loro potere. La conoscenza, la comprensione delle dinamiche criminali, la capacità di discernere il giusto dall’ingiusto, sono strumenti indispensabili per costruire un futuro libero dalla criminalità organizzata. E questo impegno deve coinvolgere tutti: istituzioni, famiglie, scuole, associazioni, media, cittadini. La Basilicata, come comunità, deve abbracciare questa sfida con coraggio e determinazione, coltivando la bellezza come forza di cambiamento e la cultura come strumento di emancipazione.
Basilicata: Giovani e Cultura contro le Mafie
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