Il Biellese si è risvegliato questa mattina sotto un velo di shock e macerie, testimoni tangibili della furia inaudita di un evento meteorologico estremo che ha colpito la regione ieri sera. Un nubifragio di intensità eccezionale, protrattosi per circa quaranta minuti, ha lasciato un segno profondo nel tessuto urbano e rurale, esponendo la vulnerabilità delle infrastrutture e delle abitazioni di fronte a fenomeni sempre più frequenti e intensi.La portata del disastro è quantificabile in danni stimati a centinaia di migliaia di euro, una cifra che non rende giustizia alla complessità e alla profondità della situazione. A Cossato, le immagini di allagamenti e detriti che hanno invaso le strade sono emblematiche della violenza dell’acqua e del vento. Il crollo parziale del tetto di una scuola, simbolo di istruzione e futuro, rappresenta una ferita dolorosa per la comunità. La distruzione della sede della Pro Loco di Pray, un punto di aggregazione e identità locale, sottolinea come l’emergenza abbia colpito al cuore il senso di appartenenza e la vitalità del territorio.Ma la devastazione non si è limitata alle strutture pubbliche. Innumerevoli abitazioni private hanno subito danni ingenti, con tetti compromessi e interi giardini spazzati via. La fragilità strutturale di alcune case, spesso esposte a rischio idrogeologico, è stata messa a dura prova, sollevando interrogativi sulla necessità di interventi di mitigazione del rischio e di adeguamento sismico.L’imponente numero di interventi dei vigili del fuoco – oltre sessanta in poche ore – testimonia la gravità dell’emergenza e la dedizione del personale impegnato nel soccorso. La sospensione della fornitura di energia elettrica in diversi comuni, un effetto collaterale comune in eventi di questo tipo, aggrava ulteriormente la situazione, rendendo difficile il ripristino delle normali condizioni di vita. I tecnici sono al lavoro senza sosta per ripristinare la rete elettrica, ma la complessità dei danni richiede tempo e risorse considerevoli.Questo evento non è solo una calamità naturale, ma anche un campanello d’allarme che evidenzia la crescente esposizione del territorio ai cambiamenti climatici. L’intensità e la frequenza di questi eventi estremi sono destinate ad aumentare, richiedendo una revisione urgente delle politiche di prevenzione, di pianificazione del territorio e di adattamento al cambiamento climatico. È necessario investire in infrastrutture resilienti, promuovere la riforestazione, migliorare i sistemi di allerta precoce e sensibilizzare la popolazione sui rischi e sulle misure di autoprotezione. La ricostruzione del Biellese non può limitarsi alla riparazione dei danni materiali, ma deve rappresentare un’opportunità per costruire un futuro più sicuro e sostenibile.