giovedì, 26 Giugno 2025
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Bolzano, notte da record: temperatura minima a 25°C!

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Bolzano ha appena vissuto una notte eccezionale, destinata a rimanere impressa nella storia delle rilevazioni meteorologiche locali. La temperatura minima non è scesa al di sotto dei 25 gradi Celsius, un valore che ha inequivocabilmente superato il precedente record, stabilito ironicamente meno di sette giorni prima a 23,9 gradi. Alle ore 23:00, il termometro urbano indicava ancora 30 gradi, confermando l’intensità anomala dell’evento. Questa notte si colloca al secondo posto nella classifica delle temperature minime più elevate mai registrate a Bolzano, dopo quella storica del 16 luglio 2015, quando il minimo aveva raggiunto i 25,7 gradi.L’evento non è un’anomalia isolata, ma il culmine di un trend verso estati sempre più calde, un segnale che invita a riflettere sulle conseguenze del cambiamento climatico a livello regionale. Dietro a questa ondata di calore persistente, il meteorologo provinciale Dieter Peterlin individua le cause in una complessa interazione di fattori atmosferici. In particolare, l’afflusso di masse d’aria di origine subtropicale, tipicamente associate a temperature elevate, si è combinato con una persistente presenza di foschia in alta quota. Questa foschia, lungi dall’essere un fenomeno negativo, ha agito come una sorta di “coperchio” intrappolando il calore e impedendogli di dissiparsi durante le ore notturne. L’anomalia non si è limitata al centro urbano. A Sarentino, situato a 1.000 metri sopra il livello del mare, la minima ha raggiunto i 20 gradi, un valore estremamente elevato per un’altitudine di tale genere. La Valle Pusteria, generalmente caratterizzata da temperature più fresche, ha anch’essa subito l’influenza dell’ondata di calore, con Brunico che ha registrato 15 gradi e Vipiteno che ne ha segnati 13. La distribuzione geografica di queste temperature record sottolinea l’estensione dell’evento e la sua capacità di influenzare un’ampia area geografica, evidenziando la necessità di monitoraggio continuo e di strategie di adattamento per mitigare i potenziali impatti sulla salute pubblica, sull’agricoltura e sull’ambiente. Il fenomeno pone inoltre interrogativi sulla capacità degli ecosistemi alpini di resistere a tali stress termici prolungati e sulla potenziale alterazione dei modelli climatici tradizionali.

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