L’altopiano di Brentonico è testimone di una metamorfosi agricola accelerata, un processo di espansione vitivinicola che si estende a quote sempre più elevate, raggiungendo i 1200 metri. Questo fenomeno, alimentato dai mutamenti climatici e incentivato da politiche comunitarie, sta ridefinendo il paesaggio e generando un’onda di interrogativi e preoccupazioni tra la popolazione locale. L’acquisizione di vaste aree da parte di investitori esterni, spesso provenienti da contesti vitivinicoli più consolidati, amplifica la percezione di una trasformazione radicale.Il sindaco, Mauro Tonolli, esprime la necessità di un approccio ponderato, sottolineando le timori diffusi. Non si tratta solo della paura di una deriva verso la monocoltura, con la conseguente perdita di biodiversità e resilienza ambientale, ma anche di una perdita di identità territoriale. La scomparsa di prati e boschi, elementi fondamentali per l’equilibrio idrogeologico e la conservazione della fauna, e il potenziale impatto sulla qualità delle sorgenti d’acqua, sono questioni di primaria importanza. L’equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale si pone come sfida cruciale.La nuova amministrazione comunale, consapevole della delicatezza della situazione, ha istituito un tavolo tecnico interistituzionale. Questo organismo, composto da rappresentanti di cantine, operatori turistici, associazioni ambientaliste, agronomi, cacciatori, consiglieri comunali, tecnici e cittadini, ha il compito di elaborare una visione condivisa per il futuro agricolo del territorio. L’obiettivo non è reprimere l’innovazione, ma orientarla verso modelli di sviluppo sostenibile e integrati.Un elemento chiave di questa strategia è la revisione del Piano Regolatore Generale. L’intenzione è introdurre criteri rigorosi che limitino l’espansione incontrollata dei vigneti, privilegiando la qualità rispetto alla mera quantità. Si mira a promuovere viticoltura di precisione, con varietà autoctone e tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, in grado di valorizzare le specificità del terroir brentanico.L’assessore all’agricoltura, Alessio Bertolli, precisa che, pur nella sua posizione di guida, l’amministrazione comunale riconosce i limiti di potere diretto nell’autorizzare o bloccare nuovi impianti. La strada intrapresa è quella della concertazione, della partecipazione attiva della comunità locale nel processo decisionale. Si punta a un modello di sviluppo agricolo che non si limiti alla produzione di vino, ma che abbracci una visione più ampia, che integri la viticoltura con altre attività economiche, come l’agricoltura diversificata, l’apicoltura e l’allevamento, promuovendo la creazione di un’economia locale resiliente e dinamica.Il tavolo tecnico, coordinato da professionisti esperti in mediazione territoriale e processi partecipativi, sarà il fulcro di questo percorso. Si prevede un processo di ascolto e dialogo aperto, volto a definire un quadro normativo e strategico che salvaguardi il paesaggio, la biodiversità e le risorse naturali, garantendo al contempo opportunità di sviluppo sostenibile per le generazioni future. La valorizzazione del territorio, attraverso la promozione di prodotti di alta qualità e la creazione di un’immagine distintiva, rappresenta l’ambizione ultima di questa iniziativa. Si tratta di un impegno complesso, ma imprescindibile per preservare l’unicità del Brentonico e garantirne la prosperità nel lungo termine.
Brentonico: Viticoltura in Altitudine, Paesaggio a Rischio?
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