La recente escalation delle tensioni commerciali globali, innescata dalle minacce di dazi aggiuntivi da parte degli Stati Uniti, ha spinto Pechino a ribadire la natura non conflittuale del gruppo BRICS e a riaffermare la propria opposizione alle guerre tariffarie. La portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, Mao Ning, ha rilasciato una dichiarazione che mira a disinnescare le preoccupazioni sollevate dall’amministrazione statunitense, in particolare in riferimento alle misure protezionistiche minacciate contro i Paesi membri del BRICS, un’organizzazione che include Cina, India, Brasile, Russia e altri attori economici emergenti.Questa risposta cinese non è una semplice replica. Si inserisce in un contesto più ampio di rivalità strategiche e di riallineamenti geopolitici che definiscono il XXI secolo. La crescita inarrestabile delle economie BRICS, con i loro mercati interni vastissimi e in espansione, rappresenta una sfida concreta alla dominanza economica degli Stati Uniti e dell’Europa. Il BRICS non si configura come un blocco antagonistico volto a sostituire l’ordine mondiale esistente, ma piuttosto come un tentativo di creare un sistema economico più multipolare, che rifletta meglio la distribuzione crescente della ricchezza e del potere a livello globale. L’opposizione cinese alle guerre commerciali è coerente con la sua visione di un commercio globale libero e aperto, pur essendo anch’essa un attore con interessi protezionistici in settori strategici. La sua posizione, però, è motivata anche dalla consapevolezza che i dazi e le restrizioni commerciali danneggiano tutti i partecipanti, rallentano la crescita economica e creano incertezza sui mercati. Il protezionismo, lungi dal risolvere i problemi economici, li aggrava, generando cicli di ritorsioni e contromisure che penalizzano i consumatori e le imprese.La reazione di Pechino evidenzia, inoltre, una sottile strategia di leadership globale. Il BRICS, sebbene caratterizzato da diversità interne e occasionali divergenze di interessi, rappresenta un’opportunità per la Cina di consolidare la propria influenza nei Paesi emergenti, offrendo alternative finanziarie e commerciali rispetto alle istituzioni occidentali. La prospettiva di un’economia mondiale sempre più multipolare, con il BRICS che svolge un ruolo sempre più significativo, pone interrogativi fondamentali sull’equilibrio di potere e sulla direzione futura del commercio internazionale. La dichiarazione di Mao Ning, dunque, non è solo una risposta alle minacce statunitensi, ma una dichiarazione di intenti, una conferma del ruolo attivo che la Cina intende svolgere nella ridefinizione del panorama economico globale.