L’urgenza di un’indagine approfondita sulla gestione della casa circondariale di Brissogne ha spinto un gruppo di senatori del Movimento 5 Stelle – Pirro, Lopreiato, Marton, Licheri Sabrina, Licheri Ettore Antonio, Bilotti, Sironi, Naturale, Castellone, Croatti – a presentare un’interrogazione al Ministro della Giustizia, Nordio. Il gesto, lungi dall’essere una semplice formalità parlamentare, si configura come una denuncia di una situazione critica che mette a rischio la sicurezza, la dignità dei detenuti e il benessere del personale penitenziario.Il detonatore di questa iniziativa legislativa è stato il congedo, le dimissioni anticipate, di un giovane agente di polizia penitenziaria. La sua testimonianza, per quanto implicita, rivela un carico di lavoro insostenibile, un ambiente di lavoro compromesso da fattori strutturali che vanno ben oltre la mera gestione ordinaria. Questi fattori, come emerge dalle informazioni raccolte, sono intrecciati: il sovraffollamento cronico, una piaga che affligge molte strutture carcerarie italiane, incide direttamente sulla possibilità di garantire un ambiente sicuro e riabilitativo. A ciò si aggiunge una carenza di personale che rasenta l’emergenza, un vuoto non solo in termini di agenti di polizia penitenziaria, ma, soprattutto, in figure professionali cruciali per il processo di reinserimento sociale: educatori, psicologi, medici. La loro assenza mina la possibilità di offrire un supporto adeguato ai detenuti, alimentando un circolo vizioso di disagio e frustrazione che può sfociare in episodi di disordine, come quelli verificatisi tra il 16 e il 19 maggio, momenti di tensione che hanno ulteriormente amplificato l’allarme.L’interrogazione non si limita a sollevare il problema, ma sollecita un intervento immediato e mirato. I senatori chiedono al Ministro Nordio di attivare un’ispezione ministeriale, un atto formale ma significativo, per accertare direttamente la veridicità delle criticità denunciate e per raccogliere testimonianze in prima persona. Parallelamente, si richiede l’adozione di misure concrete e risolutive, che vadano oltre le semplici dichiarazioni di intenti. Un aspetto cruciale è il coinvolgimento attivo delle organizzazioni sindacali, portatrici dirette delle esigenze del personale penitenziario e depositarie di una conoscenza approfondita delle dinamiche interne alla casa circondariale. Non meno importante è il dialogo e la collaborazione con i vertici della struttura stessa, affinché le soluzioni proposte possano essere realistiche e implementabili.L’iniziativa del Movimento 5 Stelle si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione nei confronti delle condizioni delle carceri italiane, spesso teatro di violenza, degrado e disumanità. L’interrogazione su Brissogne è un campanello d’allarme che sollecita una riflessione profonda e un’azione tempestiva per garantire il rispetto dei diritti umani, la sicurezza del personale e la possibilità di un reale percorso di riabilitazione per i detenuti. L’auspicio è che questa vicenda possa innescare un processo di riforma più ampio e strutturale, volto a migliorare le condizioni delle carceri e a promuovere un sistema penitenziario più efficace e umano.