La cappella Del Giglio-Neri, gioiello nascosto nel complesso monumentale di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Borgo Pinti, si erge nuovamente come testimonianza di una storia complessa e di un’arte che dialoga tra spiritualità e mecenatismo. Completati i lavori di restauro, finanziati interamente dal Ministero della Cultura e supervisionati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, questo spazio sacro viene restituito alla fruizione pubblica, coronando un intervento cruciale per la conservazione di un patrimonio di inestimabile valore.Il complesso, concepito da Giuliano Sangallo nel tardo Quattrocento con il suo imponente quadriportico, è oggi di proprietà del Fec (Fondazione Carismi Evangelici), e vede l’attività dei Padri Agostiniani dell’Assunzione. La cappella Del Giglio-Neri, situata a destra dell’ingresso, incarna un capitolo significativo di tale percorso storico-artistico. Il restauro, che ha coinvolto esperti restauratori, non si è limitato a un intervento superficiale, ma ha mirato a una comprensione profonda delle tecniche pittoriche e delle scelte compositive di Bernardino Poccetti, attivo nella decorazione a partire dal 1598.L’intervento ha permesso di svelare la visione artistica della famiglia Neri, committente dell’opera, i quali vollero celebrare la loro fede attraverso un ciclo di affreschi di notevole impatto emotivo e narrativo. Le scene, ricche di dettagli e di un vibrante senso del colore, narrano episodi cruciali della vita di Maria, l’Incoronazione che ne sottolinea la regalità celeste, e le vicende di San Bernardo Chiaravalle, figura chiave dell’ordine cistercense, la cui spiritualità ha profondamente influenzato la cultura religiosa dell’epoca. Accanto a questi temi, si intreccia la biografia di Filippo Neri, figura popolare ancora in cammino verso la santificazione, le cui gesta contribuirono a consolidare il legame tra la famiglia Neri e la comunità fiorentina.Un elemento di pregevole fattura, la pala d’altare raffigurante i santi Achilleo e Nereo, opera di Artemio Passignano, testimonia la stratificazione delle scelte artistiche nel tempo. La sua sostituzione, che ha comportato la traslazione di un’opera di Cosimo Rosselli, riflette l’evoluzione del gusto e delle preferenze dei committenti, offrendo uno spunto di riflessione sulla dinamica del mecenatismo e sull’importanza delle opere d’arte come espressione di identità e di valori culturali.L’apice dell’apparato decorativo si concentra nella cupola, un trionfo di colori e di figure celesti affrescati da Poccetti, dove l’Incoronazione di Maria si staglia come simbolo di speranza e di redenzione, circondata da una miriade di santi in festa. L’opera, più che un semplice orpello, rappresenta una sintesi visiva della fede e dell’aspirazione alla trascendenza.Per consentire al pubblico di apprezzare appieno il risultato del restauro, dal 12 luglio fino a settembre, saranno organizzate visite guidate condotte da personale qualificato della Soprintendenza, in collaborazione con l’équipe di restauratori. Queste occasioni offriranno l’opportunità di approfondire la storia, l’arte e il significato profondo di un luogo di culto che, attraverso i secoli, ha continuato a testimoniare la ricchezza culturale e spirituale di Firenze.
Cappella Del Giglio-Neri: Ritorna alla luce un gioiello fiorentino
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