Nel corso dell’anno 2024-2025, l’attività dei Carabinieri in Veneto ha registrato un incremento significativo di richieste di intervento e una complessa evoluzione del panorama criminale, come emerso dalla relazione annuale presentata in occasione del 211° anniversario della Fondazione dell’Arma. La capillare presenza dell’Arma, garantita da una rete di 268 Stazioni, 5 Tenenze, 32 Compagnie e 7 Comandi Provinciali, costituisce un elemento distintivo nel sistema di sicurezza nazionale, assicurando un contatto diretto e costante con i cittadini.L’anno è stato caratterizzato da un’eccezionale affluenza di chiamate al 112, attestandosi a 1.300.000, a testimonianza del ruolo cruciale che i Carabinieri svolgono come primo punto di contatto per i cittadini in situazioni di emergenza e necessità. La gestione di 145.801 reati, con conseguenti 1.847 arresti e 23.148 denunce, riflette un carico di lavoro particolarmente intenso e una dedizione costante al mantenimento dell’ordine pubblico.Si evidenzia una preoccupante escalation dei furti, con un aumento del 7,5% che porta il totale a 72.000 episodi, mentre le rapine, sebbene in lieve diminuzione dello 0,2%, rimangono una criticità da monitorare attentamente. Particolarmente allarmante è l’incremento del 17% degli interventi “codice rosso”, saliti a 3071, e l’aumento conseguente degli arresti (465) e delle denunce (2.803), con l’introduzione di 428 braccialetti elettronici a tutela delle vittime e della collettività. Questa tendenza sottolinea l’urgenza di rafforzare le strategie di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, come già intrapreso dall’Arma con programmi di formazione del personale e campagne informative fin dal 2009.Un’altra sfida significativa è rappresentata dalla crescita del 34% della criminalità giovanile, un fenomeno complesso che non si traduce, fortunatamente, nella formazione di vere e proprie “baby gang” strutturate. Piuttosto, si osserva una prevalenza di episodi di bullismo, talvolta violenti, e furti e rapine perpetrati ai danni di coetanei, che denotano un disagio sociale e una necessità di interventi mirati a recuperare e rieducare i giovani a rischio.Il Generale Giuseppe Di Liso, Comandante dei Carabinieri del Veneto, sottolinea l’importanza di un approccio multidimensionale che coinvolga istituzioni, famiglie e comunità locali, al fine di affrontare le cause profonde della criminalità giovanile e promuovere un percorso di crescita positiva per i giovani, offrendo loro opportunità concrete e modelli positivi di riferimento. La prossimità dei Carabinieri, la loro competenza e la loro capacità di ascolto rappresentano un asset fondamentale per costruire una società più sicura e coesa, in grado di rispondere efficacemente alle sfide del presente e del futuro.
Carabinieri in Veneto: aumento interventi e nuove sfide.
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