La riapertura del sipario, l’armonia orchestrale, l’ondata di emozioni che ha investito il pubblico: questi elementi, apparentemente semplici, rappresentano il frutto di un percorso complesso, un atto di resilienza costruito attorno al dialogo e alla condivisione. La prima rappresentazione de “Il flauto magico” di Mozart, giunta a coronamento della sospensione dello sciopero originariamente annunciato da Snater e Cgil, non è solo un evento culturale, ma un simbolo della volontà di superare una fase di tensione e di riaffermare l’importanza vitale del Teatro Carlo Felice nel tessuto sociale e culturale di Genova.La sindaca Silvia Salis, affiancata dal nuovo assessore alla cultura Montanari e dal sovrintendente Michele Galli, ha sottolineato come l’ottenimento di questo risultato sia stato possibile grazie ad un approccio radicalmente diverso da quelli spesso adottati in situazioni di conflitto. Abbandonati proclami e scontri frontali, si è scelto il cammino della negoziazione autentica, dell’ascolto attivo e della ricerca di soluzioni condivise con le rappresentanze sindacali e con il personale del teatro.Questa scelta non si limita a garantire lo svolgimento di una singola serata; si proietta verso il futuro, con l’obiettivo di assicurare la sostenibilità e la vitalità del Teatro Carlo Felice, un’istituzione che incarna la ricchezza del patrimonio musicale ligure e la sua capacità di dialogo con il mondo. Il teatro, infatti, non è solo un luogo di spettacolo, ma un motore di sviluppo culturale, un polo di attrazione turistica e un laboratorio di idee, capace di generare opportunità di lavoro e di crescita per l’intera comunità.La gestione di una realtà complessa come un teatro lirico richiede una visione strategica che tenga conto non solo degli aspetti artistici e creativi, ma anche di quelli economici e sociali. Il dialogo costruttivo tra le diverse parti in gioco – direzione artistica, amministrazione comunale, sindacati e personale – è fondamentale per affrontare le sfide del presente e per costruire un futuro di prosperità e di eccellenza. La prima di Mozart rappresenta quindi un punto di partenza, un segnale positivo che testimonia la possibilità di superare le divisioni e di lavorare insieme per il bene comune, preservando un patrimonio culturale inestimabile e proiettandolo verso nuove frontiere di creatività e di innovazione. La sfida ora è trasformare questa tregua in un impegno duraturo, in un modello di governance partecipativa che coinvolga attivamente tutti coloro che contribuiscono alla vita del Teatro Carlo Felice.
Carlo Felice: Mozart, un segnale di ripartenza e dialogo.
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