mercoledì, 25 Giugno 2025
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Caso Caserta: Minorenne Avvelenato? Sospetti e Rinvio a Giudizio

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La vicenda che coinvolge un minorenne pakistano, arrestato a Caserta per tentato omicidio della madre, si configura come un intricato labirinto di accuse, contro-denunce e sospetti che sollevano profonde questioni sulla tutela dei minori, le dinamiche familiari disfunzionali e il ruolo delle istituzioni. La decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio la custodia cautelare in carcere, apre uno scenario inatteso, illuminando l’ipotesi, supportata dalle indagini difensive condotte dall’avvocato Luigi Ferrandino, di un possibile avvelenamento sistematico del ragazzo e, potenzialmente, dei suoi fratelli e sorella.Il cuore della questione ruota attorno alle accuse di abusi sessuali rivolte alla madre da parte dei quattro figli. La donna, in una complessa strategia difensiva, ha a sua volta sporto denuncia contro il marito, accusandolo di manipolazione e coercizione dei figli per orchestrare false accuse. Questa spirale di accuse reciproche ha portato il Tribunale per i Minorenni di Napoli a disporre l’allontanamento dei ragazzi dalla sfera genitoriale, collocandoli in una struttura di protezione per donne maltrattate, ironicamente lo stesso ambiente in cui la madre aveva trovato rifugio, e dove è avvenuto l’episodio violento.Le indagini difensive hanno portato alla luce elementi inquietanti: analisi tossicologiche eseguite durante la detenzione del ragazzo presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida rivelano la presenza nel suo organismo di una cocktail di sostanze stupefacenti – ecstasy, oppiacei, metadone e barbiturici – in concentrazioni che suggeriscono una somministrazione reiterata e mirata. Questa scoperta alimenta il sospetto, formulato dal legale del minorenne, che la madre possa aver agito con l’intento di silenziare il figlio, compromettendo la sua capacità di testimoniare gli abusi subiti. La versione alternativa, che vede il ragazzo reagire in un tentativo di autodifesa dopo aver sottratto un coltello alla madre, acquisisce in questo contesto una nuova dimensione interpretativa.La gravità della situazione è amplificata dalla richiesta avanzata dal padre dei minori, che ha presentato denuncia affinché vengano disposti accertamenti tossicologici anche per i tre fratelli ancora ospitati nella casa di accoglienza. Questa richiesta sottolinea la paura che l’avvelenamento possa essere stato un tentativo più ampio, volto a colpire l’intera famiglia. La vicenda, al di là della sua immediatezza drammatica, solleva interrogativi cruciali sulla capacità del sistema di protezione dei minori di prevenire e contrastare situazioni di abuso e violenza, nonché sulla necessità di approfondire le dinamiche familiari complesse e spesso oscure che si celano dietro le cronache giudiziarie. La vicenda evidenzia, inoltre, la potenziale fragilità delle strutture di accoglienza e la necessità di garantire un supporto psicologico e legale adeguato a tutte le parti coinvolte, al fine di ricostruire un quadro della verità che possa tutelare il benessere e il futuro dei minori. Il rinvio al Tribunale per i Minorenni apre ora una fase cruciale, in cui l’accertamento della verità e la protezione dei minori devono essere le priorità assolute.

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