17 maggio 2025 – 15:48
La città di Catania si trasforma in un teatro vivente grazie all’installazione “Fai la tua parte”, ideata e realizzata dal designer catanese Bob Liuzzo. Questo capolavoro dell’arte pubblica, situato nell’orto botanico della città, è composto da 1.000 colibrì colorati stampati in 3D e sospesi tra i rami delle dracene all’ingresso principale dell’Orto.Questi uccellini, che sembrano danzare al vento, raccontano la storia di un famoso personaggio africano: il colibrì che porta gocce d’acqua per spegnere l’incendio della foresta. La frase “Sto facendo la mia parte… e voi?” racchiude il senso profondo del progetto, invitando ogni individuo a contribuire al cambiamento, anche con i propri piccoli gesti.”Questo è il mio modo di contribuire, di fare la mia parte – dice Bob Liuzzo – di restituire qualcosa alla città che mi ha dato tanto. Un atto d’amore che prende forma in 1.000 colibrì colorati e un messaggio semplice: insieme possiamo trasformare ogni piccola goccia in un oceano immenso”.All’inizio, sembrava che solo uno dei colibrì fosse spaesato tra le foglie delle dracene. Ma poi sono diventati dieci, cento, mille e qualcosa è cambiato. I gesti si trasformano in movimenti, le idee diventano comunità e cambiano il mondo intero… o almeno una vita.L’installazione “Fai la tua parte” fa parte del progetto WeCatania, nato nel 2020 come simbolo indipendente della città. Questo progetto ha l’obiettivo di promuovere una nuova narrazione urbana basata sulla partecipazione, sulla bellezza e sulla responsabilità.I colori dei colibrì – rosso e azzurro per Catania, bianco e nero per il contrasto tra guerra e pace – ricordano quelli del simbolo civico disegnato dallo stesso autore. Chiunque possa condividere i valori di WeCatania può liberamente utilizzare questo simbolo.L’installazione è arricchita da una componente interattiva: grazie a un QR code integrato, i visitatori possono ascoltare la favola del colibrì e approfondire il significato dell’opera mentre esplorano il suggestivo scenario dell’orto botanico.
