Un’ombra di presunta illecite pratiche si è abbattuta sull’Unità di Oculistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro, innescando un’indagine complessa che coinvolge figure chiave e solleva interrogativi significativi sulla gestione delle risorse sanitarie e l’equità nell’accesso alle cure. Al centro dell’attenzione, il primario Vincenzo Scorcia, 48 anni, e la segretaria di uno studio privato, Maria Battaglia, 50 anni, attualmente agli arresti domiciliari su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari, in seguito a un’operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale.Le accuse che gravano sui due indagati, e su un più ampio gruppo di 12 persone complessivamente coinvolte, delineano un quadro allarmante di possibili deviazioni da principi etici e legali che dovrebbero guidare l’esercizio della professione medica e l’erogazione dei servizi sanitari pubblici. Oltre all’associazione a delinquere, l’ipotesi di peculato, ovvero l’appropriazione indebita di risorse pubbliche a vantaggio personale o di terzi, evidenzia una possibile compromissione dell’integrità del sistema sanitario.La contestazione di concussione suggerisce che il primario, in ragione della sua posizione di autorità, avrebbe potuto esercitare pressioni o favoritismi, incentivando comportamenti illeciti da parte di pazienti o altri operatori sanitari. La truffa aggravata, legata alla presunta gestione privatistica delle liste d’attesa, solleva dubbi sull’equità nell’accesso alle prestazioni oculistiche, con la possibilità che pazienti disposti a pagare somme di denaro fossero favoriti rispetto ad altri. L’interruzione di pubblico servizio, infine, implica un pregiudizio alla regolare fruizione dei servizi da parte della collettività.A carico del primario, emergono ulteriori accuse di falsità ideologica, che presuppone la produzione di documenti alterati o inesistenti per occultare o distorcere la verità, e di autoriciclaggio, un reato grave che indica il reimpiego di capitali derivanti da attività illecite. Queste contestazioni, di natura particolarmente delicata, ampliano ulteriormente l’ambito dell’indagine, suggerendo una potenziale sofisticazione delle pratiche fraudolente.L’indagine, tuttora in corso, punta a ricostruire il quadro completo delle dinamiche interne all’unità di oculistica e a quantificare l’entità dei presunti danni arrecati al sistema sanitario regionale e alla collettività. L’accusa di gestione privatistica delle liste d’attesa, in particolare, pone l’accento su un tema cruciale: la necessità di garantire l’imparzialità e la trasparenza nell’accesso alle cure, evitando che fattori economici o di altro genere possano compromettere il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. La vicenda solleva, in definitiva, interrogativi profondi sulla governance delle strutture sanitarie e sull’importanza di meccanismi di controllo efficaci per tutelare l’interesse pubblico e preservare la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema sanitario.
Catanzaro, oculistica: indagine per presunte illeciti e favoritismi
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