Catastrofe forestale in Israele: incendi imperversano sulla Città Santa, evacuate migliaia di persone.

Un’enorme catastrofe si stava rapidamente sviluppando nella foresta di Eshtaol, a ovest della Città Santa. Le autorità, al corrente del dramma, avevano emesso un ordine speciale per incendi gravi, un meccanismo messo in funzione quando le fiamme si mostravano particolarmente intense e minacciano di sfuggire al controllo dei vigili del fuoco.In quel momento, squadre dopo squadre dei pompieri, armate delle loro attrezzature più potenti, si muovevano con decisione per contenere l’incendio. Ma il vento, che infuriava con forza e la temperatura, che si era improvvisamente alzata, contribuivano a velocizzare la diffusione del rogo.I residenti dei villaggi di Neve Shalom, Beqoa, Taoz, Nakhshon ed un quartiere di Beit Shemesh, furono costretti all’evacuazione forzata. La autostrada 1 fu chiusa per il transito veicolare e molti cittadini furono tratti in salvo dalle loro macchine che erano state raggiunte dalle fiamme.In questo momento di disperazione, il ministro della Difesa Israel Katz dichiarò lo stato d’emergenza nazionale e chiese all’IDF di inviare rinforzi per aiutare a domare gli incendi. Israele richiedeva immediato supporto urgente da Cipro, Grecia, Croazia, Bulgaria ed Italia.Il comandante dei vigili del fuoco Eyal Caspi annunciò una mobilitazione generale e l’apertura di un centro di comando nella zona di Latrun. La polizia comunicava di aver arrestato un uomo di cinquant’anni residente nel quartiere Umm Tuba di Gerusalemme Est, accusandolo di avere contribuito ad appiccare gli incendi che devastavano i pressi della Città Santa.L’uomo era stato fermato dopo una segnalazione ricevuta dai funzionari. Aveva tentato la fuga con un accendino, cotone idrofilo e materiali infiammabili addosso, ma venne fermato dopo un breve inseguimento.