A Ferrara, il Palazzo dei Diamanti si appresta a ospitare, dall’11 ottobre all’8 febbraio, un’esposizione monografica di straordinaria portata dedicata a Marc Chagall, figura cardine dell’arte del Novecento, un artista capace di coniugare l’immediatezza emotiva con una profonda ricerca formale e simbolica. La mostra, curata da Paul Schneiter e Francesca Villanti con il sostegno di Fondazione Ferrara Arte e Arthemisia, propone un percorso articolato attraverso circa duecento opere – dipinti, disegni e incisioni – che mirano a svelare la complessità di un universo artistico spesso percepito, a torto, come puramente onirico e spensierato.Chagall, nato a Vitebsk, Bielorussia (oggi Repubblica di Belarus), nel 1887, e scomparso a Saint-Paul de Vence, Francia, nel 1985, fu un artista profondamente radicato nella sua terra d’origine, un mosaico di culture ebraiche, russe e polacche. Questa identità complessa e stratificata emerge chiaramente nella sua opera, dove elementi autobiografici, memorie familiari e tradizioni popolari si fondono in un linguaggio visivo unico e immediatamente riconoscibile. La mostra non si limita a celebrare l’iconografia più celebre dell’artista – gli amanti fluttuanti, gli animali antropomorfi, i colori vibranti e le atmosfere sospese – ma intende analizzare il ruolo cruciale che la memoria ha giocato nel suo processo creativo.Le opere esposte testimoniano la capacità di Chagall di trasformare il dolore dell’esilio – la perdita della sua terra natale a seguito delle turbolenze storiche del XX secolo – in una ricerca spirituale universale. Il tema del doppio, ricorrente nella sua produzione, si rivela un potente strumento per indagare la frammentazione dell’identità, la molteplicità delle esperienze umane e la dialettica tra realtà e immaginazione. I ritratti che si specchiano, i volti scissi, i profili che si moltiplicano, non sono semplici artifici stilistici, ma rappresentazioni visive della complessità dell’animo umano.L’esperienza del primo conflitto mondiale e, successivamente, della Shoah, segnò profondamente l’opera di Chagall, alimentando una riflessione sulla precarietà dell’esistenza e sulla necessità di preservare la memoria collettiva. La mostra, attraverso l’uso di sale immersive, offre al pubblico l’opportunità di immergersi in alcune delle sue creazioni monumentali, vivendo in prima persona la potenza evocativa del suo linguaggio artistico e comprendendo appieno il suo contributo fondamentale all’arte del Novecento. Più che una semplice esposizione, si tratta di un viaggio emozionante alla scoperta di un artista che ha saputo coniugare la bellezza estetica con un profondo impegno umano e spirituale.
Chagall a Ferrara: un viaggio nell’anima di un maestro.
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