La comunità tarantina ha accolto il lutto per la perdita di Claudio Donnaloia, figura emblematica del volontariato e della dedizione civica, con un rito funebre permeato di profonda commozione e riflessione. L’omelia, celebrata da don Ciro Santopietro, ha trasceso il semplice addio, delineando un ritratto di uomo animato da un impegno costante verso il prossimo e dalla salvaguardia del territorio. La frase “condannato alla vita, non alla morte” ha voluto sottolineare la ricchezza di esperienze e il valore inestimabile del contributo che Donnaloia ha offerto alla società, un lascito che la sua scomparsa non potrà cancellare.Il ritrovamento del corpo, a distanza di alcuni giorni dalla scomparsa, ha segnato un momento di dolore collettivo, intensificato dalla consapevolezza della tragica sorte dei suoi compagni di navigazione, Domenico Lanzolla e dei due membri ancora dispersi, Antonio Dell’Amura e Pasquale Donnaloia, fratello del defunto. La scomparsa dell’equipaggio ha impresso un’ombra di mistero e di profonda amarezza su un evento che, in circostanze diverse, avrebbe rappresentato un momento di svago e di condivisione.La chiesa di Sant’Antonio, un fulcro della vita parrocchiale e un punto di riferimento per la comunità, si è riempita di persone che hanno voluto rendere omaggio a Claudio, un uomo che ha incarnato i valori della solidarietà, dell’altruismo e del servizio disinteressato. Il silenzio riverente interrotto dai toni sommessi degli applausi ha accompagnato la processione funebre, un gesto spontaneo di affetto e di riconoscenza nei confronti di chi ha dedicato la propria vita al bene comune.La presenza di due picchetti d’onore in divisa ha sottolineato il rispetto e la stima che le istituzioni riponevano in un volontario storico della Protezione Civile e ispettore nazionale della Guardia Ecozoofila, un uomo profondamente legato alla sua terra e al suo ruolo di sentinella dell’ambiente. Il berretto e la foto in uniforme posati sulla bara, simboli tangibili del suo impegno e della sua passione, hanno evocato un’immagine indelebile di dedizione e di abnegazione.Le parole del parroco hanno offerto un messaggio di speranza e di consolazione, invitando i presenti a contemplare la resurrezione di Cristo e a immaginare Claudio riunito alla sua amata moglie Anna, scomparsa solo sei mesi prima, in un abbraccio eterno. Il lutto si fonde così con il ricordo di un amore profondo e duraturo, un esempio luminoso di fedeltà e di affetto che continua a illuminare il cammino di chi resta.Nonostante il velo della tristezza, la speranza non si spegne: le operazioni di ricerca proseguono con tenacia lungo la costa, tra Capo San Vito e la costa lucana, in un’area estesa, testimoniando la volontà di non abbandonare la possibilità di ritrovare gli ultimi membri dell’equipaggio scomparso, portando a termine il ciclo del dolore e della speranza. La comunità tarantina, unita nel lutto, guarda al futuro con la consapevolezza che il ricordo di Claudio Donnaloia e dei suoi compagni continuerà a ispirare gesti di solidarietà, di impegno civile e di amore per la propria terra.
Claudio Donnaloia: Tarantо in lutto per un volto del volontariato
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