L’interrogatorio di garanzia, celebrato in ambiente carcerario a Prato, ha confermato l’ammissione di colpevolezza già resa da Vasile Frumuzache, trentaduenne guardia giurata di origine romena, nei confronti delle connazionali Denisa Maria Adas e Ana Maria Andrei. L’uomo, arrestato la settimana scorsa, ha risposto alle domande dei magistrati inquirenti, affrontando un confronto che, stando alle dichiarazioni del suo legale, Diego Capano, si è focalizzato esclusivamente sui due omicidi, senza che fossero contestati ulteriori capi d’imputazione. Frumuzache ha negato il coinvolgimento in altre azioni violente.La vicenda, tuttavia, si complica ulteriormente, oscurando la chiarezza di una confessione apparentemente completa. Il detenuto, nel periodo trascorso in custodia cautelare, ha subito un’aggressione fisica in carcere, perpetrata da un parente, un cugino di Ana Maria Andrei, che lo ha raggiunto con gravi lesioni al viso causate da liquido bollente. Questo episodio, di inaudita violenza, sottolinea la profonda escalation di tensioni che permea l’intera vicenda e ha generato un clima di particolare scompiglio all’interno dell’istituto penitenziario.L’aggressione ha compromesso significativamente le condizioni fisiche e psicologiche del presunto responsabile, lasciandolo visibilmente provato e segnato. A causa di questo evento e per garantire la sicurezza del detenuto, Frumuzache è stato collocato in regime di isolamento, misura precauzionale che impedisce contatti con altri detenuti e ne limita le possibilità di interagire con l’ambiente carcerario. Non è stata presentata richiesta di trasferimento in altra struttura detentiva.L’udienza di convalida, durata oltre un’ora e mezza, si è conclusa con la riserva di decisione da parte del giudice per le indagini preliminari (GIP), che dovrà valutare la conferma della custodia cautelare richiesta dalla Procura. La decisione del GIP, attesa a breve, costituirà un passaggio cruciale nel procedimento, delineando il quadro procedurale e le possibili evoluzioni del caso. L’indagine sull’aggressione subita dal detenuto, condotta parallelamente alla trattazione del caso principale, mira a identificare e perseguire i responsabili, ponendo in luce un quadro di profonda destabilizzazione all’interno del sistema carcerario e di una reazione violenta, che esacerba le dinamiche tragiche alla base della vicenda.
Confessione, aggressione e isolamento: il caso Frumuzache si infittisce
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