La coesistenza tra comunità umane e grandi carnivori, come orsi e lupi, rappresenta una sfida complessa e profondamente radicata nel tessuto storico e sociale dei territori alpini e appenninici. Non si tratta di un problema recente, ma di una questione che affonda le sue radici in scelte passate, spesso motivate da logiche di sviluppo turistico, che hanno implicato una gestione non sempre ottimale.Il rapporto con questi predatori è stato segnato da una dicotomia: da un lato, l’importanza cruciale della loro conservazione, sancita a livello europeo con la loro protezione derivante dal rischio di estinzione, e dall’altro, le crescenti difficoltà di convivenza con le attività umane, che si manifestano in episodi di conflitto e preoccupazione per la sicurezza delle persone.La situazione attuale vede un mutamento significativo nel quadro normativo europeo. L’evoluzione dello status di conservazione dei lupi, unitamente alla rilettura delle direttive derivanti dalla Convenzione di Berna, apre la possibilità di definire piani di gestione più flessibili, orientati al raggiungimento di un “equilibrio dinamico” tra le esigenze di conservazione della fauna selvatica e la sostenibilità delle attività umane.Come sottolineato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l’azione futura dovrà essere improntata a una pianificazione strategica a livello nazionale, pienamente coerente con i principi costituzionali e con un’attenta ripartizione delle responsabilità tra Stato e Regioni. Tale approccio richiede una profonda revisione delle pratiche di gestione del territorio, un investimento in misure di prevenzione dei conflitti – come la corretta gestione dei rifiuti, la protezione del bestiame e la sensibilizzazione delle comunità locali – e una partecipazione attiva di tutti gli stakeholder, dai residenti agli operatori turistici, dagli ambientalisti alle istituzioni.La sfida non è semplicemente quella di “controllare” la popolazione di grandi carnivori, ma di costruire un modello di convivenza sostenibile che valorizzi il ruolo ecologico di queste specie, salvaguardando al contempo la sicurezza e il benessere delle comunità locali, e promuovendo un turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente. È necessario un cambio di paradigma che superi la logica del conflitto e promuova una visione integrata del territorio, dove la presenza di grandi carnivori sia percepita non come una minaccia, ma come un elemento prezioso del patrimonio naturale e culturale italiano.
Convivenza con lupi e orsi: sfida e nuove strategie per il futuro.
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