La decisione della Corte Costituzionale, che estende il riconoscimento giuridico di due madri a bambini nati con fecondazione assistita all’estero, ha immediatamente suscitato un acceso dibattito politico, incarnato dalle parole del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. La sua qualificazione della sentenza come “politica” solleva questioni profonde che vanno ben oltre la mera interpretazione giuridica, toccando temi fondamentali come la definizione di famiglia, il diritto alla genitorialità e i confini dell’intervento statale nella sfera privata.Salvini, pur affermando di difendere la libertà di affetto e l’amore in tutte le sue forme, ribadisce la sua convinzione che il diritto primario debba essere quello di un bambino a nascere con la presenza di una madre e di un padre. Questa posizione non è solo una questione di principio, ma riflette una visione della famiglia tradizionale che si scontra con l’evoluzione dei modelli familiari contemporanei e con le esigenze di tutela dei diritti delle persone omogenitoriali.La critica di Salvini, che sottolinea come molti giuristi sostengano una prospettiva contraria, evidenzia la complessità del caso e l’assenza di un consenso unanime tra gli esperti. La sentenza stessa, infatti, apre interrogativi significativi riguardo all’interpretazione dell’articolo 2 della Costituzione, che garantisce l’uguaglianza sostanziale e il diritto al riconoscimento delle diversità. L’estensione del riconoscimento giuridico a due madri, infatti, implica una ridefinizione del concetto di genitorialità, che non può essere più limitata alla tradizionale coppia eterosessuale. Questa evoluzione riflette una maggiore sensibilità verso le esigenze di tutela dei diritti delle famiglie arcobaleno e dei bambini nati con procreazione medicalmente assistita, spesso in Paesi dove tali diritti sono già riconosciuti.Tuttavia, la sentenza solleva anche questioni di ordine pratico e di possibile conflitto di leggi, considerando che le normative sulla fecondazione assistita variano da un Paese all’altro. L’armonizzazione del diritto internazionale in materia e la definizione di criteri chiari per il riconoscimento delle genitorialità transnazionali si configurano come sfide cruciali per il futuro.In definitiva, la vicenda pone al centro del dibattito pubblico non solo la tutela dei diritti individuali, ma anche la riflessione sul ruolo dello Stato nella regolamentazione delle relazioni familiari e sulla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti sociali e culturali. La decisione della Corte Costituzionale, lungi dall’essere una semplice questione giuridica, rappresenta un tassello importante in un percorso di profonda trasformazione dei valori e delle istituzioni che fondano la società italiana.