La recente crisi che ha scosso la Giunta provinciale di Trento ha sollevato interrogativi profondi sull’essenza stessa della governance e sulla sua capacità di incarnare i principi fondanti di iniziative di portata nazionale, come quelle olimpiche. Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, intervenendo a margine del Festival dell’Economia, ha espresso un giudizio misurato ma significativo, focalizzandosi non tanto sulle dinamiche interne e sui nomi coinvolti, quanto sul deterioramento di un ethos collaborativo che dovrebbe essere il cardine di ogni progetto condiviso.L’affermazione del Ministro trascende una semplice constatazione di dissidi interni; essa denuncia una rottura di un patto implicito, un venir meno di quella capacità di sintesi e di visione comune che si rende imprescindibile quando si affrontano sfide complesse e ambiziose. Il riferimento allo “spirito olimpico” non è casuale: le Olimpiadi, per loro natura, richiedono una cooperazione orizzontale, una capacità di superare egoismi e individualismi in favore di un obiettivo più ampio, un ideale che trascende i confini geografici e politici.Abodi ha sottolineato di aver mantenuto un rapporto proficuo e costruttivo con la vicepresidente e assessore, un riconoscimento che, pur lasciando spazio a valutazioni altrui, sottolinea l’importanza della competenza, della disponibilità e dell’umanità come elementi costitutivi di una leadership efficace. Tuttavia, la situazione attuale impone una riflessione più ampia: il crollo di un sistema di relazioni consolidate non può essere ignorato, soprattutto quando esso incide su progetti di rilevanza nazionale.Il Ministro ha giustamente posto l’accento sulla necessità di ridefinire le “regole dei rapporti”, un monito a ricostruire un quadro normativo non solo formale, ma anche etico e relazionale. La stabilità e la prosperità di una comunità dipendono dalla capacità di instaurare relazioni basate sulla fiducia, sulla trasparenza e sul rispetto reciproco. Un ambiente avvelenato da conflitti e rivalità si rivela terreno fertile per l’inefficienza, la corruzione e la frustrazione dei cittadini.L’interruzione temporanea delle prospettive olimpiche, suggerita dal Ministro, non deve essere interpretata come una rinuncia, bensì come un’opportunità per compiere un passo indietro, per analizzare le cause profonde della crisi e per elaborare strategie di ricostruzione basate su principi solidi e condivisi. L’interesse primario, come ha ribadito Abodi, deve essere sempre quello della comunità, un interesse che si realizza solo attraverso il lavoro di squadra, la competenza e l’impegno condiviso. La ripresa del cammino olimpico, e più in generale la ripresa della fiducia nella governance locale, passa inevitabilmente attraverso un rinnovato impegno a costruire ponti, non a scavare fosse.