La crisi dell’assistenza pediatrica in Calabria si configura come una sfida complessa e urgente, con implicazioni profonde per la salute infantile e la sostenibilità del sistema sanitario regionale. Un’analisi condotta dalla Fondazione Gimbe evidenzia una carenza strutturale di figure mediche specializzate, con una stima di 10 pediatri di libera scelta in numero insufficiente rispetto al fabbisogno ottimale delineato dall’Accordo Collettivo Nazionale, che prevede un rapporto di un pediatra ogni 1.000 bambini. Questa discrepanza, già evidente all’inizio del 2024, rischia di aggravarsi significativamente nel breve-medio termine.L’emergenza non si limita alla mera mancanza di pediatri attivi. Una componente demografica rilevante contribuisce a complicare il quadro: entro il 2028, un numero considerevole di pediatri calabresi, precisamente 102, raggiungerà l’età pensionabile (70 anni), perdendo così il diritto alla pensione e potenzialmente abbandonando la professione, a meno di specifiche proroghe. Questo fenomeno, unito alla già esistente carenza, proietta un futuro con un numero ancora più limitato di pediatri a disposizione della popolazione infantile.L’attuale carico di lavoro per ciascun pediatra in Calabria, con una media di 892 assistiti, pur risultando leggermente inferiore alla media nazionale (900) e al limite massimo previsto (1.000), è comunque indicativo di una pressione elevata. Questa situazione si riflette nella qualità dell’assistenza, con possibili ritardi nelle diagnosi, difficoltà nell’accesso a controlli periodici e un aumento del rischio di eventi avversi.Un dato significativo è rappresentato dalla distribuzione per età degli assistiti in carico ai pediatri di famiglia. Si osserva che il 78,9% dei bambini seguiti dai pediatri calabresi ha più di 5 anni, un dato inferiore rispetto alla media nazionale (81,2%). Questa differenza potrebbe suggerire una tendenza all’abbandono dei pediatri di famiglia da parte di alcune famiglie con bambini più grandi, forse alla ricerca di servizi specialistici o di un’assistenza percepita come più adatta alle esigenze specifiche dei figli adolescenti.Le cause profonde di questa crisi multifattoriale sono probabilmente riconducibili a una combinazione di fattori strutturali e congiunturali, tra cui la scarsa attrattività della professione pediatrica in Calabria, la distribuzione geografica disomogenea dei pediatri, le condizioni economiche e contrattuali non sempre competitive, e la difficoltà di conciliare vita privata e professionale. Affrontare questa emergenza richiede un approccio integrato e a lungo termine, che preveda misure di incentivazione per i giovani medici, un rafforzamento dell’offerta formativa, una riorganizzazione dei servizi territoriali e una revisione degli accordi contrattuali per rendere la professione pediatrica più attrattiva e sostenibile. La salute dei bambini calabresi è un patrimonio da tutelare con priorità assoluta.
Crisi Pediatrica in Calabria: Emergenza Salute Infantile e Futuro a Rischio
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