La crisi che investe lo stabilimento Sevel di Atessa si configura come un campanello d’allarme per l’intero tessuto economico-sociale abruzzese, segnalando una carenza strutturale di visione strategica e di azione decisa da parte delle istituzioni a livello regionale e nazionale. L’annuncio di una lieve revisione contrattuale, percepito da molti come un mero espediente volto a mascherare una situazione ben più grave, si accompagna ad un’emorragia di posti di lavoro, con quattrocento uscite non compensate da nuove assunzioni. Questa contrazione del personale, aggravata da un’incertezza palpabile sul futuro dello stabilimento e sulle ricadute per l’indotto, rischia di compromettere in maniera irreversibile la stabilità occupazionale di un’area già vulnerabile, caratterizzata da una forte dipendenza dalla produzione automotive.Secondo l’analisi di Gianni Cordisco, responsabile Economico del Pd Abruzzo, la mancanza di una politica industriale robusta e lungimirante non si limita a Sevel, ma è un sintomo di un malessere più ampio che affligge il sistema produttivo regionale. La carenza di investimenti in innovazione, la difficoltà di accesso al credito per le PMI e la scarsa attenzione alla formazione del capitale umano contribuiscono a rendere il territorio abruzzese sempre più esposto alle fluttuazioni del mercato globale e alle crisi settoriali.Le organizzazioni sindacali, da tempo sul campo, denunciano l’urgenza di interventi mirati a tutelare il patrimonio di competenze e professionalità costruito negli anni, garantendo la continuità produttiva di uno stabilimento che rappresenta un punto nevralgico per l’economia locale e per l’intera regione. La richiesta non è solo quella di un immediato sostegno finanziario, ma anche di un ripensamento strategico del ruolo dell’Abruzzo nel panorama industriale nazionale, con un focus sullo sviluppo di filiere produttive innovative e sostenibili.L’emergenza Sevel si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà che interessano altri importanti siti produttivi abruzzesi, come la Varcotex in Val Sinello e la Purem a Villa Zaccheo, con conseguenze devastanti per le famiglie coinvolte. Questi episodi, che mettono a rischio la sopravvivenza di intere comunità, evidenziano la necessità di un cambio di passo, di un approccio più proattivo e responsabile da parte delle istituzioni.Il Partito Democratico chiede, pertanto, una presa di posizione formale e immediata da parte della Regione Abruzzo e del Governo nazionale, affiancata da azioni concrete e coordinate. Un piano industriale dettagliato, che definisca obiettivi chiari e misurabili, e un supporto finanziario strutturale sono imprescindibili per restituire dignità e prospettive future a una delle realtà produttive più importanti del Paese, preservando il diritto al lavoro e garantendo il benessere delle famiglie abruzzesi. È tempo di tradurre le promesse in fatti, dimostrando una reale volontà di ascolto e di impegno nei confronti dei lavoratori e del territorio.
Crisi Sevel: Allarme Abruzzo, Futuro a Rischio.
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