Il declino degli Stati Uniti, lungi dall’essere un mero fenomeno demografico o economico, si configura come una profonda crisi di sistema, alimentata da derive autoritarie e pratiche corruttive che ne minano le fondamenta repubblicane. Questa diagnosi, espressa con chiarezza dallo storico Mario Del Pero, va ben oltre la semplice constatazione della presidenza Trump, identificandola come sintomo di una patologia più radicata.L’elemento distintivo di questa fase, secondo Del Pero, è una deliberata erosione del principio di separazione dei poteri. L’amministrazione, anziché dialogare con il Congresso, ricorre in maniera sempre più frequente a decreti esecutivi, scavalcando le istituzioni di controllo e creando una pericolosa commistione tra potere politico e interessi privati. Questa deriva si manifesta in azioni arbitrarie, come gli arresti immotivati di studenti e immigrati, casi emblematici che rivelano un’aberrante compressione delle libertà civili. La vicenda della studentessa turca, detenuta per quaranta giorni per aver espresso critiche all’amministrazione, e le deportazioni di cittadini regolari verso El Salvador, sono esempi lampanti di un’azione di potere incontrollata e priva di garanzie procedurali.La corruzione, sebbene presente anche in passato, assume in questo contesto dimensioni inedite. Gli investimenti in criptovalute di Trump poco prima dell’insediamento, e i suoi affari con Steve Witkoff, nominato inviato speciale in Medio Oriente, sollevano seri interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità dell’amministrazione. Si tratta di fenomeni che, pur non essendo esclusivamente nuovi, si amplificano e si istituzionalizzano, erodendo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.Sul fronte internazionale, l’atteggiamento statunitense si configura come una forma di neoimperialismo, caratterizzata da tentativi di estensione della propria influenza attraverso vie non convenzionali. Le fantomatiche annessioni del Canada e della Groenlandia, sebbene apparentemente surreali, rivelano una sottile strategia di pressione e di dominio. Il rapporto con Israele, ormai privo di qualsiasi vincolo diplomatico, apre scenari di annessioni territoriali che minano la stabilità del Medio Oriente.Nonostante l’esistenza di meccanismi di controllo – il “checks and balances” costituzionale, la magistratura, il federalismo – questi si rivelano inefficaci o collusi. Le ingiunzioni giudiziarie vengono ignorate, il federalismo si frantuma in un mosaico di iniziative autonome, e il sistema democratico appare paralizzato dall’interno. L’impopolarità di Trump, a dispetto di ciò, non sembra sufficiente a frenare la deriva autoritaria, come dimostra la sua elezione con un margine risicato.In sintesi, il declino degli Stati Uniti non è un processo lineare e inevitabile, ma una sfida complessa che richiede un’analisi profonda delle sue cause e delle sue implicazioni. La crisi attuale, alimentata da derive autoritarie e pratiche corruttive, mette a rischio i valori fondanti della repubblica americana e ne mina la credibilità a livello internazionale. La capacità di recuperare una visione condivisa di democrazia e di risanare le istituzioni rappresenterà la prova più importante per il futuro del Paese.
Crisi USA: Autoritarismo, Corruzione e il Declino di una Potenza
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