La sicurezza digitale non è più una questione marginale, relegata a specialisti IT o a un mero aggiornamento tecnologico. È diventata un imperativo strategico, un elemento cardine per la stabilità economica, sociale e persino politica delle nazioni. L’evoluzione incessante delle tecnologie, che offre opportunità straordinarie, è paradossalmente accompagnata da una crescente sofisticazione delle minacce informatiche, spesso in grado di superare, o almeno di anticipare, i sistemi di difesa tradizionali. Questo divario crea una vulnerabilità per individui, aziende e istituzioni, richiedendo un cambio di paradigma che vada oltre la semplice implementazione di firewall e antivirus.Come sottolinea Emilio Gisondi, CEO di Tinexta Defence, la sfida non è solo tecnologica, ma profondamente culturale. La consapevolezza e la responsabilità digitale devono permeare l’intera società, trasformandosi in un patrimonio condiviso. Formare i cittadini, non solo quelli percepiti come più vulnerabili, è essenziale per creare una barriera collettiva contro le minacce informatiche. Questo implica un’educazione continua, che affronti temi come il phishing, il malware, e le tecniche di manipolazione psicologica utilizzate dai cybercriminali.La carenza di competenze digitali non colpisce solo i cittadini comuni, ma anche il sistema giudiziario. Le Procure e i Tribunali si trovano sempre più spesso a dover affrontare indagini complesse, ostacolate dalla mancanza di esperti in grado di ricostruire le dinamiche degli attacchi informatici e di rintracciare i responsabili. Il caso dei ransomware, dove i pagamenti vengono effettuati in criptovalute per oscurare le tracce, ne è un esempio emblematico. La difficoltà di identificazione dei criminali, a causa della natura decentralizzata e pseudonima delle criptovalute, amplifica il problema e rende ancora più urgente la necessità di formazione specializzata per le forze dell’ordine e il personale giudiziario.Il Festival dell’Economia di Trento ha offerto un’occasione per approfondire la questione della sicurezza delle informazioni, focalizzandosi non solo sui dati classificati, ma anche su quelli sensibili. Nel contesto lavorativo moderno, ogni dipendente, in qualsiasi organizzazione, può gestire informazioni delicate attraverso la propria casella di posta elettronica o dispositivi aziendali. La protezione di questo vasto e disperso patrimonio informativo è diventata una priorità assoluta.Oltre agli investimenti in tecnologie avanzate come la crittografia, che proteggono i dati tramite codici incomprensibili a chi non possiede la chiave di decrittazione, è cruciale promuovere una cultura della sicurezza informatica diffusa. Questo significa sensibilizzare i dipendenti sui rischi, fornire loro gli strumenti e le conoscenze per identificarli e prevenirli, e incoraggiare la segnalazione di incidenti sospetti. La sicurezza digitale non è una responsabilità esclusiva del reparto IT, ma un impegno collettivo che coinvolge tutti i membri di un’organizzazione. In definitiva, la resilienza di un sistema informativo dipende dalla capacità di ogni singolo individuo di agire come prima linea di difesa.
Cybersecurity: un imperativo strategico per l’Italia.
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