Un monito solenne, un appello alla responsabilità collettiva e al rispetto delle istituzioni: è questo il messaggio che emerge dalla recente apparizione degli avvocati difensori di Andrea Sempio, Alberto Stasi e della famiglia Poggi durante la trasmissione “Quarto Grado”. La vicenda del delitto di Chiara Poggi, la giovane donna assassinata a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a essere avvolta da un’aura di speculazione mediatica e disinformazione, un fenomeno che i legali hanno ritenuto inaccettabile e dannoso per la ricerca della verità giudiziaria.Gli avvocati Massimo Lovati (difensore di Andrea Sempio), Giada Bocellari (difensore di Alberto Stasi) e Gian Luigi Tizzoni (assistente legale della famiglia Poggi) hanno espresso profonda preoccupazione per la proliferazione di notizie fuorvianti, spesso basate su supposizioni e ricostruzioni distorte, che contribuiscono a offuscare i fatti e a ledere la dignità di tutti i soggetti coinvolti. Lungi dall’essere una semplice questione di dinamica processuale, la diffusione incontrollata di “fake news” rischia di compromettere l’integrità dell’indagine in corso e di pregiudicare irrimediabilmente la reputazione di individui e famiglie.La dichiarazione, ampiamente diffusa da Mediaset, sottolinea come, a partire dall’avvio delle nuove indagini a marzo, la situazione sia precipitata in un clima di crescente irresponsabilità mediatica. La persistente ondata di notizie infondate non solo alimenta la rabbia e il dolore delle famiglie coinvolte, ma, cosa ancora più grave, mina la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario e ostacola il lavoro degli investigatori.L’appello dei legali non si limita a una critica della disinformazione, ma si configura come un invito alla riconciliazione e alla consapevolezza dei doveri civici. Si evince una richiesta esplicita di superare le divisioni e le posizioni ideologiche, riconoscendo che la ricerca della verità e la tutela della giustizia richiedono un approccio ponderato e rispettoso. È un monito a considerare la delicatezza della vicenda, caratterizzata da una perdita irreparabile – l’uccisione di una giovane donna – da una sentenza definitiva che ha portato alla detenzione di un uomo e dall’apertura di nuove indagini che coinvolgono ulteriori soggetti. Il rispetto per le vittime, per i loro familiari e per il lavoro della magistratura sono i pilastri su cui deve poggiare ogni narrazione e ogni commento. L’appello si conclude con un’esortazione alla responsabilità collettiva, un richiamo alla necessità di evitare giudizi affrettati e di contribuire, con rigore e correttezza, alla ricostruzione della verità, affinché la memoria di Chiara Poggi possa essere onorata con dignità e giustizia.
Delitto Poggi: gli avvocati chiedono responsabilità e rispetto.
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