L’Università di Torino, in un gesto simbolico che segna un punto di svolta nella sua millenaria storia – affidando la rettoranza a Cristina Prandi, prima donna a ricoprire tale ruolo in oltre sei secoli – celebra l’eredità femminile che ne ha plasmato l’identità. “Doctrix”, l’installazione immersiva ideata da Giulia Carluccio e Paola Novaria, curata da auroraMeccanica, è un omaggio a undici figure femminili eccezionali, architetti silenziosi del sapere e dell’innovazione.L’opera, dislocata nel cuore del Palazzo del Rettorato, non è una semplice esposizione di ritratti, ma un’esperienza sensoriale che invita alla riscoperta. Undici ledwall, colonne luminose che si ergono fino a quattro metri di altezza, fungono da portali verso un percorso non sequenziale, un labirinto di luci, suoni e contenuti multimediali. L’interazione diretta, il tocco che attiva le sequenze, è fondamentale: solo attraverso la prossimità e l’ascolto attivo si rivela la complessità del singolo ritratto, la ricchezza delle loro storie, la loro voce, troppo a lungo soffocata.Le figure onorate – Rosa Bonavia, pioniera nel campo dell’insegnamento universitario, Lidia Poët, la prima donna a laurearsi in Giurisprudenza in Italia, Maria Adriana Prolo, matematica e astronoma, Rita Levi-Montalcini, premio Nobel, Fernanda Pivano, traduttrice e giornalista, Amalia Guglielminetti, botanica, Maria Pellegrina Amoretti, filologa, Maria Velleda Farnè, esperta di letteratura, Ada Prospero, linguista, Battistina Pizzardo, farmacista, e Santa Caterina d’Alessandria, figura emblematica nella storia del pensiero occidentale – rappresentano un caleidoscopio di discipline e di impegno civile. “Doctrix” non si limita a ricordare queste donne, ma ambisce a costruire una nuova consapevolezza. Non si tratta solo di celebrare i loro successi, ma di comprendere le sfide che hanno dovuto affrontare, i pregiudizi che hanno dovuto superare, le barriere che hanno infranto per lasciare un segno indelebile nella storia dell’Università e della società. Il progetto si configura come un atto di giustizia riparatrice, un tentativo di ricostruire un immaginario collettivo che troppo spesso ha relegato le donne in ruoli marginali, negando il loro pieno contributo al progresso del sapere. La prorettrice Giulia Carluccio sottolinea come queste donne non siano figure isolate, ma elementi costitutivi dell’identità torinese, espressioni di un desiderio di cambiamento e di una ricerca incessante della verità. Il progetto “Doctrix” si propone, quindi, di stimolare una riflessione più ampia sul ruolo delle donne nel mondo accademico e nella società, incoraggiando le nuove generazioni a superare gli stereotipi e a perseguire i propri sogni con determinazione e coraggio. È un invito a riscrivere la storia, a restituire voce a chi non l’aveva, a costruire un futuro più equo e inclusivo.
Doctrix: L’Università di Torino celebra le donne che l’hanno plasmata
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