L’Emilia-Romagna si pone all’avanguardia nella protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori, introducendo una significativa ordinanza regionale che disciplina l’attività lavorativa in settori particolarmente esposti al rischio termico. A partire dal 2 luglio 2024 e con validità estesa fino al 15 settembre 2025, salvo anticipata revoca, si impone una sospensione delle lavorazioni tra le 12:30 e le 16:00 in ambiti cruciali per l’economia regionale: cantieri edili e attività correlate, l’agricoltura, la produzione e commercializzazione di piante ornamentali (florovivaismo) e le aree di movimentazione merci nei centri logistici.Questa misura, che rappresenta un’evoluzione rispetto alle regolamentazioni del passato – l’anno precedente la sospensione si concludeva a fine agosto – non è un mero atto restrittivo, ma una risposta strutturata a una crescente problematica: l’intensificazione delle ondate di calore e la conseguente necessità di salvaguardare la fisiologia umana, soprattutto in contesti lavorativi caratterizzati da sforzo fisico e scarsa ventilazione. L’ordinanza, frutto di un processo collaborativo che ha visto il coinvolgimento attivo di associazioni datoriali e organizzazioni sindacali, si inserisce nel solco del Patto per il Lavoro e per il Clima, un impegno regionale volto a conciliare sviluppo economico e sostenibilità ambientale.La decisione è stata motivata dalla constatazione che, pur in presenza di iniziative virtuose da parte di diverse imprese locali, era necessario un quadro normativo uniforme per garantire a tutti i lavoratori, donne e uomini, la possibilità di sospendere le attività durante le ore di picco termico, mitigando il rischio di patologie correlate al colpo di calore, disidratazione e affaticamento cronico. Questo approccio proattivo riflette una visione che pone la tutela della dignità umana e il benessere dei lavoratori al centro delle politiche regionali, riconoscendo l’importanza di prevenire e non solo di curare gli effetti negativi dell’esposizione al calore eccessivo. La sospensione delle attività, quindi, non è intesa come un impedimento alla produttività, bensì come un investimento nella salute e nella sicurezza del capitale umano, elemento chiave per la crescita e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Emilia-Romagna: Stop al lavoro con il caldo, ordinanza regionale
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