Un’inquietante ferita antropica ha reciso il paesaggio costiero a Crotone, dove militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera hanno interrotto con un’azione di sequestro un’operazione di trasformazione ambientale illegale. Un’area estesa, pari a circa 3.500 metri quadrati, situata in località Cicala e incastonata all’interno del perimetro cruciale dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, è stata oggetto di una radicale alterazione, rivelando una preoccupante mancanza di rispetto per la salvaguardia del patrimonio naturale e paesaggistico.L’analisi dettagliata condotta dai militari ha rivelato una serie di interventi invasivi, ben al di là di semplici modifiche superficiali. Si è trattato di una vera e propria riconfigurazione del territorio, che ha compreso la movimentazione massiccia di terreno, con conseguente riprofilatura e rimodellamento del versante e della scarpata. L’intervento si è concretizzato anche con il posizionamento strategico di numerosi massi in pietra arenaria, una scelta che ha profondamente alterato l’equilibrio geologico e visivo del luogo, e con la realizzazione di una strada sterrata che fungeva da accesso diretto al mare, frammentando ulteriormente l’habitat naturale.L’entità del danno assume una rilevanza ancora maggiore se si considera la sovrapposizione di vincoli che gravano sull’area. La zona non solo ricade all’interno dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, un’oasi di biodiversità marina cruciale, ma è anche sottoposta a rigidi vincoli paesaggistici, qualificandola come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell’ambito della rete Natura 2000. Questi riconoscimenti sottolineano l’importanza ecologica e paesaggistica del sito, rendendo qualsiasi intervento non autorizzato particolarmente grave.Le indagini hanno evidenziato l’assenza di qualsiasi permesso o autorizzazione rilasciata dagli enti preposti alla tutela del sito. Questa violazione del quadro normativo, unita alla portata degli interventi eseguiti, ha portato alla decisione di disporre il sequestro preventivo dell’intera area a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Contestualmente, sono state formulate denunce nei confronti del proprietario del terreno e del committente dei lavori, con l’ipotesi di reati ambientali e edilizi di diversa natura, che riflettono la gravità delle responsabilità accertate. L’episodio solleva interrogativi urgenti sulla vigilanza e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo per prevenire e reprimere azioni che minano la tutela del nostro patrimonio naturale.
Ferita al litorale crotonese: sequestrata area protetta
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