Il titolo di quest’anno, scelto con un processo partecipativo, si è rivelato profetico, anticipando un’intensità di eventi e una risonanza globale che hanno superato le più ampie previsioni. Trento, per alcuni giorni, si è configurata come un fulcro di convergenza intellettuale, un punto nevralgico dove si sono incrociate prospettive e analisi provenienti da ogni angolo del mondo. Questa percezione, esplicitata da Fabio Tamburini, Direttore de Il Sole 24 Ore, Radio 24 e Radiocor, e Presidente del Comitato Scientifico del Festival dell’Economia, sottolinea una concentrazione di competenze e una capacità di dialogo che raramente si osservano in contesti simili.L’edizione numero ventesima, incentrata sul tema “Rischi e scelte fatali. L’Europa al bivio”, organizzata dal Gruppo 24 Ore e da Trentino Marketing, rappresenta per Trento e per il Trentino motivo di profondo orgoglio. Un orgoglio che affonda le radici in un territorio capace di attrarre, ospitare e stimolare un dibattito complesso e cruciale per il futuro del nostro continente.Il Festival dell’Economia non è solo un evento culturale, ma un motore di consapevolezza, un’opportunità per mantenere alta l’attenzione sui nodi cruciali della scienza, della geopolitica e dell’economia globale. La presenza di figure di spicco, a livello nazionale e internazionale, garantisce un’ampiezza e una profondità del confronto che mira a raggiungere e a coinvolgere un pubblico vasto e diversificato. La sua forza risiede nella sua solida base territoriale, nel profondo legame con il contesto locale, che lo rende unico nel suo genere. L’auspicio è quello di trasformare Trento in un modello, una “Davos popolare”, accessibile e inclusiva, capace di generare conoscenza e di stimolare un cambiamento positivo.Il successo dell’evento è il frutto del lavoro incessante di quasi cinquecento persone, un team coeso e appassionato che si impegna con dedizione durante i quattro giorni del Festival e che progetta già le edizioni future. L’impegno costante, riconosciuto dal direttore di Trentino Marketing, Maurizio Rossini, testimonia la tenacia e la visione di chi crede nel valore della cultura come motore di sviluppo.Le terre di confine, per loro natura, sono luoghi di incontro, di confronto e di scambio. Sono da sempre culla di innovazione, terreno fertile per la nascita di nuove idee e per la sperimentazione di soluzioni inedite. È quindi naturale che un luogo come Trento possa diventare un punto di riferimento per chi cerca risposte ai complessi interrogativi del nostro tempo, un luogo dove confrontarsi, condividere prospettive diverse e offrire al mondo il frutto di questa ricca contaminazione culturale. Il futuro, lo si intuisce, si costruisce proprio qui, tra queste valli, in un dialogo aperto e costruttivo.