Un’operazione complessa e premeditata ha portato alla luce un caso di appropriazione indebita e frode sistemica all’interno di un ufficio postale oristanese. Un’impiegata di 48 anni, ora indagata per peculato e sostituzione di persona, è stata sospesa dal servizio a seguito di un provvedimento d’urgenza emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Oristano. L’attività investigativa, condotta dalle Stazioni Carabinieri di Ghilarza e Abbasanta, ha rivelato un’appropriazione illecita di circa 40.000 euro, perpetrata ai danni di una platea di vittime particolarmente vulnerabili: anziani, persone con disabilità e migranti, spesso con limitate conoscenze linguistiche o cognitive.Il modus operandi dell’impiegata si è rivelato sofisticato e mirato. Sfruttando una profonda conoscenza dei sistemi interni alle Poste e delle procedure amministrative, la donna ha orchestrato una serie di azioni fraudolente, agendo con precisione e premeditazione. In alcuni casi, ha estinto le carte Postepay delle vittime, privandole di un accesso immediato ai propri fondi. Successivamente, si è sostituita alla loro identità, utilizzando documenti contraffatti o copie preesistenti per accedere ai libretti postali e prelevare ingenti somme di denaro, destinandole presumibilmente a fini personali.Il suo schema fraudolento non si è limitato alla manipolazione delle carte Postepay e dei libretti. Ha anche simulato operazioni bancarie fallite, appropriandosi indebitamente di denaro intestato a diversi correntisti, giustificando le irregolarità con vaghe motivazioni e ostacolando così la possibilità per le vittime di ottenere spiegazioni. La scelta delle vittime, come evidenziato dal Gip nel provvedimento cautelare, non è stata casuale. Si è trattato di persone esposte a causa della loro età avanzata, delle loro disabilità sensoriali o linguistiche, e della loro generale difficoltà nell’orientarsi in contesti burocratici complessi.L’individuazione del sistema fraudolento è avvenuta grazie alle denunce presentate dalle vittime, che progressivamente hanno scoperto le irregolarità sui propri conti o la chiusura inaspettata dei propri strumenti di pagamento. L’impiegata, nel tentativo di eludere le indagini, si è avvalsa anche delle postazioni di lavoro di colleghi assenti, rendendo più difficile l’identificazione delle sue azioni.La perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire materiale probatorio significativo, tra cui documenti di identità e tessere sanitarie intestati a terzi, fotocopie di documenti e un’agenda dettagliata, contenente numeri di carte Postepay associati ai nomi dei rispettivi titolari. Questo ritrovamento offre un quadro più chiaro della portata e della pianificazione delle attività illecite. L’inchiesta è tuttora in corso, con l’obiettivo di ricostruire la filiera finanziaria e accertare eventuali complicità. Il caso solleva interrogativi sulla sicurezza dei sistemi informatici e sulla necessità di rafforzare i controlli interni per proteggere i risparmi dei cittadini, in particolare quelli più vulnerabili.
Frode Postale: Impiegata Accusata di Sfruttare gli Anziani
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