venerdì, 23 Maggio 2025
MilanoCulturaFuori: L'anima ribelle di Goliarda Sapienza sul grande schermo

Fuori: L’anima ribelle di Goliarda Sapienza sul grande schermo

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Fuori: Un’immersione nell’anima ribelle di Goliarda SapienzaL’opera di Mario Martone, “Fuori”, unica pellicola italiana in competizione per la Palma d’oro al Festival di Cannes, si presenta come un viaggio introspettivo e corale, ispirato all’eredità letteraria e esistenziale di Goliarda Sapienza. Più che un racconto biografico, il film si configura come un’esplorazione dell’immaginazione come strumento di liberazione, un rifugio e un atto di resistenza contro le costrizioni sociali e interiori.La sceneggiatura, frutto del lavoro di Ippolita De Majo, attinge a un’ossessione che ha permeato gli ultimi anni della Sapienza, un’ossessione che si è intrecciata con la passione e l’interesse di Valeria Golino, colei che ne ha acquisito i diritti per una serie e un film tratti dall’“Arte della Gioia”. Il regista Martone sottolinea come la figura di Goliarda Sapienza, segnata da un percorso travagliato, inclusi trattamenti elettroshock, e da una straordinaria capacità di osservazione, incarni un messaggio universale: nessuno può salvarsi da solo, ma la forza dell’immaginazione offre la possibilità di ricostruire se stessi, di trascendere i confini imposti dalla realtà. L’immaginazione, in questo senso, non è mero escapismo, ma un atto politico, un gesto di affermazione della propria identità.Il film si concentra su un capitolo cruciale della vita di Goliarda Sapienza: l’estate romana del 1980, un periodo segnato dalla precarietà finanziaria, dal rifiuto del suo manoscritto più ambizioso e da un breve, ma significativo, arresto per furto di gioielli, avvenuto in una dimora ai Parioli. L’incontro con le altre detenute nel carcere di Rebibbia si trasforma in un’esperienza trasformativa, un terreno fertile per l’amicizia, l’attrazione, la solidarietà e la scoperta di nuove prospettive. Questa relazione si estende al di fuori delle mura carcerarie, dando vita a un racconto di sorellanza, maternità, desiderio e ricerca di un’identità perduta e ritrovata.Martone, con una profonda sensibilità, rievoca la Roma di quegli anni, un crogiolo di fermento artistico e sociale. La scelta di girare in location autentiche – il carcere di Rebibbia, la casa di Via Denza, Termini, Via Acqua Bullicante – testimonia la volontà di immergere lo spettatore in un contesto storico e culturale vivido e tangibile. Il regista rifiuta la ricostruzione artificiale, privilegiando la potenza evocativa della realtà.”Fuori” non intende glorificare il carcere, ma invita a riflettere sulla sua funzione sociale. Il carcere, secondo Sapienza, è una sezione della società, e come tale, dovrebbe essere un luogo di ricostruzione e di reintegrazione, non un mero depuratore di umanità.Il caso vuole che Valeria Golino, attrice e produttrice, si trovi al fianco di Martone, portando con sé una profonda connessione con l’opera di Sapienza. Il cast corale, un mosaico di personalità diverse, contribuisce a creare un’atmosfera di amore e di cameratismo. Matilda De Angelis, nel ruolo di Roberta, rivela un talento sorprendente, cogliendo l’essenza del personaggio con una verve e un’abilità linguistica notevoli.Per Martone, questo è il terzo concorso a Cannes, un’occasione per condividere con il pubblico un film profondamente radicato nella sua visione artistica e nel suo amore per l’opera di Goliarda Sapienza. “Fuori” è una coproduzione italo-francese, realizzata con il sostegno di importanti case di produzione, e si presenta come un’opera che celebra la forza dell’immaginazione, la solidarietà umana e la ricerca di un senso in un mondo complesso e spesso incomprensibile.

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