Un’ondata di dolore e sgomento si leva da Gaza dopo un devastante attacco aereo israeliano che ha colpito un complesso scolastico nel quartiere di Al-Daraj, trasformando un rifugio in un luogo di lutto e distruzione. Il bilancio delle vittime, in rapida e tragica revisione, ha superato la soglia dei trentasei, un numero destinato a salire man mano che le operazioni di ricerca e soccorso avanzano tra le macerie e i rottami.Le immagini che emergono dal luogo del bombardamento, diffuse dall’agenzia di stampa Wafa, raccontano una scena di orrore: corpi carbonizzati, tende in fiamme, un paesaggio di disperazione che testimonia la brutalità dell’evento. Tra le vittime, un numero sproporzionato di donne e bambini, le fasce più vulnerabili della popolazione civile, hanno perso la vita in questo tragico episodio. Molti corpi, secondo i primi rapporti dei soccorritori, presentano ustioni gravissime, a riprova dell’intensità degli incendi scatenati dall’attacco.La scuola, un tempo santuario di speranza per le famiglie sfollate a causa dell’intensificarsi del conflitto, è stata ridotta in un inferno di fiamme. I soccorritori descrivono la rapidità con cui le fiamme si sono propagate, alimentate dal materiale infiammabile delle tende allestite nel cortile, rendendo quasi impossibile un’evacuazione tempestiva. La densità delle persone ammassate nel complesso, in cerca di un riparo sicuro, ha amplificato le conseguenze mortali dell’attacco.Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente escalation di violenza nel territorio palestinese, dove la popolazione civile si trova intrappolata tra il fuoco incrociato e le devastanti conseguenze del conflitto. La scelta di colpire una scuola, un luogo presumibilmente protetto dal diritto internazionale umanitario, solleva interrogativi profondi sulla proporzionalità delle azioni militari e sulla tutela dei civili in zone di conflitto.Oltre alle immediate conseguenze in termini di vite perdute e feriti, l’attacco rappresenta un ulteriore trauma per una popolazione già provata da anni di instabilità, povertà e perdita di opportunità. La distruzione di un rifugio di questo tipo, destinato a ospitare le persone più vulnerabili, aggrava la crisi umanitaria in corso e mette a dura prova la capacità delle organizzazioni internazionali di fornire assistenza e protezione. La comunità internazionale è chiamata ad agire con urgenza per garantire il rispetto del diritto internazionale, proteggere i civili e promuovere una soluzione politica duratura al conflitto israelo-palestinese.