L’operazione militare in corso nella Striscia di Gaza si prospetta come un riassetto radicale del territorio, con implicazioni profonde per la popolazione civile. Fonti interne alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) rivelano una strategia ambiziosa: il controllo del 75% della Striscia di Gaza entro un arco temporale di due mesi, in un’offensiva terrestre estesa volta a smantellare le infrastrutture e le capacità operative di Hamas.Questa strategia, documentata e visionata da The Times of Israel, implica una massiccia ridistribuzione della popolazione palestinese. I due milioni di abitanti della Striscia, attualmente dispersi su un territorio di circa 360 chilometri quadrati, verrebbero confinati in tre aree ristrette, riducendo drasticamente lo spazio vitale disponibile: un trasferimento forzato che limiterebbe l’accesso a risorse essenziali come acqua, cibo, assistenza sanitaria e servizi di base.Al momento, l’IDF esercita già un controllo significativo su circa il 40% del territorio, frutto di precedenti operazioni e della costruzione di infrastrutture di controllo. L’espansione del controllo al 75% segnerebbe un’intensificazione drammatica della presenza militare israeliana e un ulteriore restringimento dello spazio disponibile per la popolazione civile.L’implicazione più grave di questo piano è la creazione di una situazione umanitaria potenzialmente catastrofica. Concentrare milioni di persone in aree così limitate esacerberebbe le condizioni di sovraffollamento, con conseguenti rischi di epidemie, malnutrizione e aumento della mortalità. La gestione di un simile flusso di persone, con le risorse limitate disponibili, solleva interrogativi sulla sostenibilità e sull’efficacia di un simile piano.Al di là delle conseguenze immediate, l’operazione militare e il conseguente riassetto territoriale avranno un impatto duraturo sulla struttura sociale ed economica della Striscia di Gaza. La distruzione di infrastrutture, la perdita di mezzi di sussistenza e lo sfollamento forzato genereranno traumi profondi e alimenteranno un ciclo di dipendenza dall’assistenza esterna.Il piano dell’IDF solleva anche interrogativi sul rispetto del diritto internazionale umanitario, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili in zone di conflitto. La necessità di garantire corridoi umanitari sicuri, l’accesso all’assistenza medica e il rispetto dei diritti fondamentali dei palestinesi saranno cruciali per evitare un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione le implicazioni di questa operazione militare e la sua potenziale destabilizzazione della regione.
Gaza: Piano IDF per il controllo del 75%, rischio catastrofe umanitaria.
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