La Procura di Genova ha avviato un’indagine complessa e articolata, divisa in due filoni distinti, per far luce sugli eventi tragici che hanno sconvolto il carcere di Marassi. L’inchiesta primaria si concentra sulla violenta rivolta che ha visto i detenuti insorgere, causando ingenti danni strutturali e lesioni a personale penitenziario. Il Pubblico Ministero Andrea Ranalli sta esaminando attentamente l’applicazione di reati quali il danneggiamento aggravato, la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni aggravate, e, in modo significativo, il reato di rivolta penitenziaria introdotto dal decreto Sicurezza, una norma volta a inasprire le conseguenze di simili episodi di disordine e diserzione dall’ordinamento carcerario.Parallelamente, la sostituta procuratore Silvia Saracino sta conducendo un’indagine separata e di natura estremamente delicata, focalizzata su una presunta aggressione sessuale perpetrata ai danni di un detenuto diciottenne. L’ipotesi è quella di un abuso di durata prolungata, estendendosi potenzialmente per molte ore, o addirittura giorni, da parte di quattro compagni di cella, di nazionalità mista: due italiani e due stranieri. Questa dinamica evidenzia, con drammatica evidenza, la vulnerabilità dei detenuti all’interno del sistema carcerario e le potenziali derive violente che possono manifestarsi in ambienti di detenzione sovraffollati e con risorse limitate.Il giovane, precedentemente arrestato per una rapina di lieve entità, era stato recentemente trasferito presso il carcere di Marassi. Il suo stato di salute è motivo di profonda preoccupazione, e al momento si trova ricoverato e sottoposto a sedazione, in attesa di una valutazione medica completa e approfondita. La sua difesa, rappresentata dall’avvocata Celeste Pallini, ha prontamente presentato istanza di scarcerazione o, in alternativa, di trasferimento in una struttura sanitaria dedicata, al fine di garantirgli le cure necessarie e un ambiente protetto. L’avvio di due inchieste separate riflette la gravità e la complessità della situazione, sottolineando la necessità di accertare non solo le responsabilità dirette legate alla rivolta, ma anche le dinamiche interne che hanno portato a un episodio di tale violenza, con implicazioni etiche e giuridiche di vasta portata. La Procura si trova a dover ricostruire un quadro completo, esaminando attentamente le condizioni di vita nel carcere, l’efficacia dei sistemi di sicurezza e il ruolo del personale penitenziario, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie e tutelare la dignità e i diritti fondamentali di tutti i detenuti. L’indagine si preannuncia lunga e complessa, con potenziali ripercussioni sul sistema carcerario italiano e un impatto emotivo significativo sulla comunità genovese.
Genova, carcere Marassi: indagini su rivolta e aggressione
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