Il 5 aprile, una folla vibrante ha invaso la piazza, un mare di volti accomunati da una profonda inquietudine e da un’urgente richiesta di cambiamento. L’occasione era un manifesto di dissenso contro il piano europeo di riarmo, una risposta corale a una visione del futuro che sembrava relegare in secondo piano i diritti fondamentali, la pace duratura e le speranze delle nuove generazioni. Dall’alto del palco, un appello appassionato è stato lanciato: un invito alla partecipazione attiva, all’organizzazione capillare e alla costruzione di un movimento giovanile ampio, capace di superare divisioni ideologiche e abbracciare una visione condivisa di un’Europa più giusta e pacifica.Ora, quella mobilitazione iniziale si traduce in un’azione concreta e diffusa. I giovani del Movimento 5 Stelle della Liguria, consapevoli della necessità di un impegno continuo, annunciano la loro partecipazione alle iniziative programmate per il 14 e 15 giugno, in concomitanza con una mobilitazione nazionale che investirà numerose città italiane. Un’azione articolata, fatta di banchetti informativi, distribuzione di materiale illustrativo, incontri pubblici e presidi simbolici, volta a dare voce a una generazione che rifiuta la logica della guerra. La rivendicazione è chiara, potente e diretta: “Finanziate il nostro futuro, non la guerra!”. I dettagli logistici, come la localizzazione dei banchetti a Genova, sono in fase di definizione, ma testimoniano la volontà di essere presenti e visibili.L’iniziativa è stata ufficialmente sancita dall’intervento del Presidente Giuseppe Conte a “Parlami d’Europa”, che ha formalizzato la mobilitazione nazionale del Network Giovani, unendo le forze dei gruppi territoriali in un fronte comune contro il piano di riarmo. Questo momento, secondo Conte, è cruciale per far emergere una visione alternativa, per raccontare un’Europa diversa, un’Europa che metta al centro i bisogni delle persone e non la corsa agli armamenti.La spirale bellicista in atto, alimentata da tensioni geopolitiche e da interessi economici, rappresenta un pericolo inaccettabile. Come sottolinea Stefano Giordano, capogruppo regionale del M5S, è imperativo che i governi si impegnino a fermare i conflitti e a ripristinare i valori umani, ponendo fine alla logica della competizione militare. La cifra esorbitante di 800 miliardi di euro destinati al riarmo, in aperto contrasto con le promesse di un futuro migliore fatte ai nostri figli, è una provocazione inaccettabile. Questi fondi, secondo Giordano, avrebbero potuto essere investiti in istruzione, sanità, ricerca scientifica e nella lotta contro la povertà, creando un mondo più equo e sostenibile per tutti. L’impegno è ora di tradurre questo dissenso in azione, portando nelle piazze un messaggio di speranza e di cambiamento, affinché le voci dei giovani siano ascoltate e che un’Europa più giusta e pacifica diventi realtà.
Giovani in mobilitazione: No al riarmo, sì al futuro!
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