Il Giubileo della Speranza, un’occasione di fede e di flusso turistico, si è intrecciato a un episodio delicato nel cuore di Roma. Susana, settantasette anni, proveniente dall’Argentina per condividere con il marito Alessio la bellezza della Città Eterna, si è smarrita nella vibrante folla di Piazza San Pietro. L’esperienza, inizialmente promessa come un viaggio di scoperta culturale e spirituale, si è trasformata in un momento di intensa apprensione, accentuato da una condizione neurologica complessa.La perdita è avvenuta in un istante, inghiottiti dalla marea di pellegrini, visitatori e fedeli che affollavano la piazza. Alessio, sopraffatto dalla preoccupazione, si è rivolto immediatamente ai rappresentanti delle forze dell’ordine, agenti di Polizia provenienti dalla Questura di Fermo, temporaneamente assegnati al Commissariato Borgo per garantire la sicurezza durante i festeggiamenti giubilari. Giuseppe, Francesco ed Elsa, esperti in gestione di situazioni di emergenza e particolarmente sensibili alle dinamiche della folla, hanno ascoltato il racconto con attenzione.La diagnosi di amnesia dissociativa, rivelata da Alessio, ha immediatamente innalzato il livello di urgenza. Susana, in preda alla confusione, avrebbe avuto difficoltà a orientarsi, a ricordare il suo nome, il motivo della sua presenza, creando un quadro di vulnerabilità particolarmente complesso. La condizione di amnesia dissociativa, una risposta psicologica a stress emotivi intensi, può manifestarsi con perdita di memoria e disorientamento, rendendo la persona incapace di riconoscere l’ambiente circostante e le persone familiari.Gli agenti, addestrati a rispondere a un ampio spettro di emergenze, hanno attivato un protocollo di ricerca mirato. La folla, densa e in movimento, rappresentava una sfida significativa. La loro esperienza nella gestione di eventi di larga scala, unita alla prontezza di spirito, ha permesso loro di concentrare la ricerca nelle aree più critiche: i corridoi di accesso, i punti di congestione, i rapiscan, luoghi dove una persona disorientata potrebbe facilmente perdersi.La scoperta è avvenuta nei pressi dei rapiscan del colonnato, un’area affollata e spesso confusa per i visitatori. Susana era seduta, immobile, lo sguardo perso nel vuoto, un’espressione di profonda angoscia riflessa nei suoi occhi lacrimanti. La sua vulnerabilità, accentuata dalla condizione di amnesia, era palpabile.L’intervento degli agenti è stato delicato e rassicurante. L’utilizzo di un linguaggio semplice e diretto, l’identificazione del marito per nome, la promessa di sicurezza, hanno contribuito a placare la sua angoscia. L’abbraccio del marito, Alessio, ha segnato il momento culminante del ricongiungimento, un’esplosione di sollievo e di gratitudine.Il gesto spontaneo di voler immortalare quell’attimo di gioia con una fotografia, incorniciando la scena con un click, testimonia l’importanza del rapporto umano e del senso di comunità, anche in un contesto di sicurezza pubblica. L’episodio, pur nella sua delicatezza, ha evidenziato la professionalità e l’umanità degli agenti di Polizia, custodi non solo dell’ordine, ma anche del benessere emotivo dei cittadini, sia locali che visitatori, in un luogo simbolo di fede e di accoglienza come Piazza San Pietro.
Giubileo, paura e perdizione: una turista smarrita a Roma
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