La notte di San Pietro si è infine spenta, ma non è trascorsa senza lasciare un velo di incertezza e curiosità. Dopo quasi tre ore di attesa silenziosa, i cardinali hanno iniziato a segnalare l’inizio dell’apertura delle urne contenenti i voti per il nuovo Papa. La tradizione vuole che la prima fumata sia nera, segno che non è stato raggiunto il quorum necessario per eleggere il Successore di Pietro.La lunga attesa ha permesso ai presenti nella Basilica di San Pietro e a milioni di spettatori in diretta mondiale di immergersi nelle preghiere e nelle riflessioni che caratterizzano questo momento così importante per la Chiesa Cattolica. Il silenzio è stato rotto solo dalle immancabili “Julie” dei bambini, che hanno risposto con allegria ai quesiti degli adulti.Nonostante l’atmosfera di serenità, molti osservatori stanno guardando questo Conclave con un occhio rivolto al futuro. L’elezione del successore di Papa Francesco, il primo pontefice a prendere come cognome quello del suo predecessore, Giovanni Paolo II, non può che essere un evento di grande importanza per la Chiesa e l’umanità intera.Il cardinale Odilo Scherer, ex prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha fatto notare come questa elezione sia “un momento storico che richiede una leadership forte”. Il vescovo di San Paolo, nella sua città natale, è arrivato a Roma proprio in tempo per il Conclave. Non si sa se sarà lui stesso uno dei protagonisti o semplicemente uno degli attori di un lungo e complesso processo.Il silenzio che regna sulla Basilica dopo l’inizio della prima fumata non deve ingannare: la tensione è palpabile, sia all’interno del Palazzo Apostolico che fuori. La storia insegna che solo i papi più coraggiosi sono riusciti a lasciare un segno indelebile nella Chiesa e nella società mondiale.Si sa bene che l’elezione di un nuovo Papa è il momento più critico dell’intero processo conciliare, nonostante si sappia che i cardinali hanno già discusso molte questioni importanti prima dell’inizio del Conclave. È in questi momenti che le scelte fanno la differenza tra un papa riuscito e uno fallimentare.I commentatori più esperti di storia ecclesiastica non esitano a richiamare il caso del grande Ratzinger, che fu dapprima un’autorità teologica di primo piano, ma poi si rivelò un grande politico e leader anche per la sua carriera di Papa. È opinione comune che anche il prossimo papa dovrà avere molte delle qualifiche del suo predecessore.Ma in mezzo a tutti i discorsi sulla politica e sulla guida, si deve non dimenticare che l’obiettivo primario è la salvezza delle anime, la missione più alta della Chiesa. E in questo senso, ciò che conta è che il prossimo papa sia un servo fedele di Gesù Cristo e del suo popolo.