martedì, 20 Maggio 2025
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I Giudici del Tribunale di Sorveglianza respingono la richiesta del permesso premio a Antonio Rasero, l’ex broker genovese accusato dell’omicidio di Alessandro Mathas.

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I giudici del tribunale di Sorveglianza hanno emesso un provvedimento cruciale nella vicenda del detenuto Antonio Rasero, l’ex broker genovese incriminato per l’omicidio dell’affascinante bambino Alessandro Mathas. L’istanza di concedere il permesso premio a Rasero è stata respinta in quanto i giudici ritengono che sia necessario un ulteriore periodo di osservazione per valutare la sua personalità e poter inserire il beneficio trattamentale in un percorso strutturato e finalizzato al reinserimento sociale.La direzione del carcere Marassi aveva già presentato una relazione che descriveva il percorso intrapreso da Rasero, evidenziando come si è impegnato nello studio della grafica e sia attualmente coinvolto in un progetto di formazione all’interno della struttura. Sebbene la sua condotta possa essere definita modello, il rifiuto del permesso premio sembra essere stato motivato dal bisogno di maggiore tempo per valutare l’idoneità del detenuto a beneficiare delle misure di pena sostitutive.Il caso Rasero è caratterizzato da una storia complessa e controversa. Il condannato era stato inizialmente assolto in secondo grado, tuttavia la Cassazione aveva annullato la sentenza e richiesto un nuovo processo a Milano, dove i giudici lo hanno di nuovo condannato per l’omicidio del piccolo Alessandro. La pena definitiva è stata confermata dalla Corte Suprema nel 2017. Da allora, il detenuto ha scontato poco più dei dieci anni di reclusione.L’incidente che portò alla morte di Alessandro Mathas, figlio della compagna occazionale Rasero, Katerina Mathas, avvenne una notte di marzo del 2010 all’interno dell’appartamento affittato dall’uomo nel quartiere di Nervi. Secondo l’accusa, il detenuto uccise il bambino dopo aver passato la notte a consumare cocaina con la madre.Gli investigatori avevano ricostruito che la morte del piccolo avvenne durante l’assenza della madre che si era recata in cerca di ulteriore droga. Secondo le indagini, Rasero aveva spinto il bambino contro lo spigolo di un divano poiché quest’ultimo non smetteva di piangere. La sua posizione fu stralciata e la madre della vittima finì sotto processo per abbandono di minore con morte conseguente, condannata in via definitiva a quattro anni.Il rifiuto del permesso premio sembra essere stato motivato dal bisogno di maggiore tempo per valutare l’idoneità del detenuto a beneficiare delle misure di pena sostitutive. È necessario considerare le complesse dinamiche che hanno portato alla decisione dei giudici e il ruolo della personalità di Rasero nel contesto della sua detenzione e reinserimento sociale.

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