09 maggio 2025 – 12:07
Il Carcere di Parma è diventato un vero e proprio fulcro della detenzione nell’Emilia-Romagna, segnalandosi con il maggior numero di detenuti in tutta la regione. Secondo le recenti rilevazioni del Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, la decisione del Dipartimento della giustizia minorile di aprire una sezione per giovani adulti ha rovesciato gli equilibri demografici all’interno delle carceri, trasformando l’Istituto penitenziario di Parma nel carcere con il numero maggiore di detenuti in tutta la provincia.Il dato è particolarmente significativo se si considera che a oggi il Carcere di Parma conta 773 presenze, contro le 770 del Carcere di Bologna. Questo fatto, secondo Cavalieri, rappresenta una novità storica, poiché da sempre il Carcere di Bologna è stato riconosciuto come la struttura penitenziaria più grande della regione. Tuttavia, ciò non si deve solo al trasferimento di detenuti pericolosi da Bologna a Parma, bensì anche all’aumento degli accessi in carcere e dei trasferimenti provenienti dalle altre carceri.Un’altra variabile importante che contribuisce allo scenario di Parma è la presenza di un’impennata di detenuti giovani adulti. Nonostante le riforme penitenziarie intendano valorizzare l’integrazione delle nuove generazioni nel sistema, il Garante sottolinea come gli istituti stessi delimitino le opportunità di accesso ai benefici per i detenuti minorili, portando alla marginalizzazione di tali soggetti.Se si analizza la situazione dei due istituti da altri punti di vista, si può notare che il Carcere di Bologna rappresenta un modello efficace nel coinvolgimento del management penitenziario e del territorio nell’inserimento dei detenuti al lavoro. Di fatto, sono ben 9,3% dei ristretti che accedono a queste misure rispetto ai 4,1% del Carcere di Parma. La percentuale salirebbe addirittura a 6,6% se si togliessero dai calcoli i detenuti pericolosi.Tuttavia, il Garante sottolinea che entrambi gli istituti rappresentano esempi concreti di politiche efficaci e attuate per l’accesso ai benefici dei ristretti. Il 60% dei semiliberi presenti in Emilia-Romagna provengono da Parma e Bologna, ma purtroppo non sempre questi percorsi portano a collocazioni lavorative stabili e a tempo indeterminato.Secondo l’analisi del Garante, è necessario rafforzare gli istituti per garantire un più efficace inserimento dei detenuti nel tessuto sociale. Ciò comporta il coinvolgimento di entrambe le strutture penitenziarie dell’Emilia-Romagna nella valorizzazione delle misure per l’inserimento dei detenuti al lavoro e la loro collocazione lavorativa stabile, essenziale per una più efficace riforma del sistema carcerario in Italia.