In piazza San Pietro, un mare di volti giovani e entusiasti si era riversato all’alba, pronti a vivere l’esperienza della loro vita: il Giubileo degli Adolescenti. Tra loro, i ragazzi di Francesco, quelli che da mesi lavoravano alacremente per preparare questo giorno speciale, con la speranza di incontrare il Papa e sentire le sue parole di ispirazione e guidanza. Avevano programmato ogni minimo dettaglio del viaggio, dalle tappe di visita alle attività spirituali, per rendere l’esperienza unica e indimenticabile.I loro visi, segnati dalla mancanza di sonno, brillavano comunque di entusiasmo e determinazione. Portavano lo zaino in spalla, un accessorio necessario per una settimana di viaggio impegnativo, ma anche usato spesso come sgabello in momenti di riposo. Le loro uniformi scolastiche erano ben in ordine, simbolo della disciplina e dell’impegno che avevano messo nel preparare questo avvenimento.Mentre attendevano il Papa, i ragazzi di Francesco non potevano fare a meno di riflettere su ciò che stavano vivendo. Era un’esperienza senza precedenti: incontrare l’autorità morale più alta della Chiesa e ascoltare le sue parole per capire meglio la loro fede e il loro posto nel mondo. La loro immaginazione si accendeva all’idea di poter condividere questo momento così speciale con milioni di giovani provenienti da tutto il mondo.La fiducia negli adulti li sosteneva, ma era soprattutto la convinzione che Dio fosse con loro e guidasse le loro decisioni a dargli la forza. Le loro idee erano chiare: volevano vivere l’esperienza del Giubileo con gli altri giovani della Chiesa, sentirsi parte di una comunità più grande e capire meglio la propria fede attraverso il confronto e lo scambio con altri ragazzi.
- Pubblicità -
