La parola magica per descrivere il nostro tempo è “inumano”. Non solo perché viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci ha reso sempre più disumanizzati, ma anche perché l’umanità stessa sembra essere in crisi. È qui che entra in scena Etgar Keret, uno dei maggiori scrittori israeliani di oggi, con il suo nuovo libro di racconti “Correzione automatica”.Keret mi descrive i suoi personaggi come individui che falliscono in modo unico, cercando di sopravvivere in un mondo sempre più complicato. Il suo stile surreale e ironico ci fa ricordare che l’umanità non è più il centro dell’universo, ma solo una piccola parte di esso.Il titolo “Correzione automatica” sembra essere un gioco di parole, poiché la funzione del computer che corregge i nostri errori diventa il nemico numero uno degli artisti e degli scrittori. La tecnologia che dovrebbe aiutarci a creare qualcosa di bello diventa invece un ostacolo.Il libro è attraversato dal dolore e dalla morte, ma ci sono anche due racconti che trattano del conflitto in Medio Oriente, “Le sigarette della salute” e “Fervore”. Keret vede una possibile soluzione al problema? Non è facile. Per lui la guerra è una questione umanitaria, non solo politica. La popolazione civile a Gaza soffre la fame e gli ostaggi sono stati torturati.Keret ci dice che il conflitto israelo-palestinese è come un simbolo nel mondo, una carta dei tarocchi. Non è quello che vedi sulla carta, ma quello che ti trasmette il potenziale significato. E pensa che gli europei quando parlano di questo conflitto si ricordino del proprio passato.L’ironia è la sua cifra stilistica e l’arma dei deboli. Se sei forte puoi cambiare la realtà, ma se sei debole, raccontando una barzelletta, potresti mantenerti a galla. Si sente debole? Chiunque lo è. Keret si sente privo di qualsiasi potere e pensa che l’umanità attraverso i social media sia in grado di vedere le atrocità del mondo senza sapere cosa fare.In questo senso, la sua ironia è una sorta di disperazione. È come sentirsi un dio impotente, saperlo ma non poter fare nulla. Ecco perché il suo stile è così surreale e ironico. È una forma di protesta contro un mondo che sembra essere senza speranza.Ma Keret ci dice anche che la vera questione è quella di fermare la guerra. Più del 70% della popolazione israeliana vorrebbe la fine della guerra israelo-palestinese e il recupero degli ostaggi. E anche la maggioranza di coloro che hanno votato per il governo di Benjamin Netanyahu è contraria al conflitto e vorrebbe la fine della guerra.Ecco perché il libro “Correzione automatica” è così importante. È una chiamata a testimoniare contro un mondo che sembra essere sempre più inumano, ma anche a cercare di sopravvivere in esso.