Un’immagine potente, un’esplosione di colore e significato impressa sulla facciata di Saxa Rubra: il ritorno di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin al Tg3, cinquant’anni dopo la loro tragica scomparsa in Somalia. La street artist Laika, con la sua maestria, ha tradotto in un murale la memoria di due giornalisti uccisi in circostanze ancora avvolte nell’ombra, un tributo promosso dal sindacato Usigrai. Lo sguardo sorridente, gli occhiali da sole, il microfono saldamente in mano, la telecamera come un’arma di verità: i volti di Ilaria e Miran emergono, accompagnati dalla commovente scritta “Noi non archiviamo” che fiorisce sui petali di tre imponenti rose bianche. Silhouette indefinite si muovono sullo sfondo, mentre la parola “Truth” – Verità – si erge come un monito e una promessa.L’opera, inaugurata alla presenza dell’Amministratore Delegato della Rai, Giampaolo Rossi, non è solo un omaggio alla memoria di Alpi e Hrovatin, ma anche una riflessione sul ruolo cruciale del servizio pubblico. Rossi ha sottolineato come la loro vicenda incarni l’importanza di un’informazione indipendente, libera da compromessi e dedita alla ricerca della verità, un impegno che trascende i confini del giornalismo e permea l’intera struttura della Rai, coinvolgendo comunicazione e governance. L’atto di ricordare, attraverso questa potente rappresentazione visiva, si configura come un diritto fondamentale, un baluardo a difesa della libertà di pensiero e di espressione.Daniele Macheda, segretario dell’Usigrai, ha aggiunto una prospettiva inquietante: la scarsità di voci indipendenti, la rarità di testimonianze coraggiose, può aver contribuito a soffocare la verità. Un coro di cento Ilaria e cento Miran, avrebbe forse reso più arduo il tentativo di silenziare le loro voci, di oscurare le loro indagini. La loro scomparsa, irrisolta e avvolta nel mistero, continua a sollecitare un interrogativo profondo: quanto spesso la ricerca della verità è ostacolata da forze oscure e interessi opachi? Il murale diventa quindi un appello alla vigilanza, un invito a non dimenticare, a continuare a scavare, a cercare risposte, a garantire che la storia non venga dimenticata o manipolata. E’ un atto di responsabilità verso il passato, un impegno verso il futuro, un monito a proteggere la libertà di cronaca e la ricerca della verità, pilastri imprescindibili di una società democratica. La memoria di Alpi e Hrovatin, immortalata in questa opera d’arte, si trasforma così in un faro, illuminando il cammino verso una giustizia ancora attesa.
Ilaria e Miran: un murale per la verità, cinquant’anni dopo.
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