L’atrocità degli incendi che devastano il territorio italiano, e in particolare l’area della Terra dei Fuochi, rappresenta una profonda ferita morale che si estende ben oltre la sfera del semplice atto criminale, configurandosi come una sfida etica che interroga la nostra responsabilità nei confronti del creato. L’affermazione del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, non si limita a una condanna superficiale, ma solleva una questione teologica fondamentale: la devastazione ambientale come profanazione di un bene sacro, un patrimonio da custodire e proteggere per le generazioni presenti e future.La distruzione deliberata di ecosistemi fragili, alimentata da interessi economici criminali e da una perversa logica di sopraffazione, non è soltanto un danno materiale. È una violazione del patto originario tra l’uomo e la natura, un tradimento della fiducia che ci è stata accordata come custodi del pianeta. Coloro che appiccano incendi, nel loro atto distruttivo, si danneggiano inevitabilmente anche da soli, perché la salute dell’ambiente è inestricabilmente legata alla salute umana, al benessere sociale e alla sostenibilità del futuro.L’aggressione all’ambiente, dunque, non è un atto isolato, ma un’aggressione all’umanità intera, una ferita che si rimarca nella perdita di biodiversità, nella desertificazione dei terreni, nell’aumento dei rischi climatici e nella compromissione delle risorse vitali. È un atto di miopia che compromette il futuro dei nostri figli e delle generazioni a venire.La commemorazione del Cardinale Luigi Maglione, figura di spicco nella Chiesa del XX secolo, offre un’occasione per riflettere sulla continuità della preoccupazione vaticana per la giustizia e la cura del creato. Il suo impegno, così come quello del Cardinale Parolin, testimonia la consapevolezza che la fede cristiana non può essere disgiunta dalla responsabilità ambientale. La gravità della situazione esige un cambio di paradigma culturale e di approccio politico. Non è sufficiente limitarsi a reprimere i singoli atti criminali; è necessario affrontare le cause profonde che alimentano questa piaga, promuovendo l’educazione ambientale, investendo nella prevenzione degli incendi, sostenendo le comunità locali e garantendo una giustizia efficace che punisca i responsabili e protegga il territorio. È un appello urgente a riscoprire il valore intrinseco della natura, a recuperare un senso di responsabilità condivisa e a ricostruire un rapporto armonioso tra l’uomo e il suo ambiente. Solo così potremo sperare di spegnere gli incendi che bruciano la nostra terra e di preservare il futuro del nostro pianeta.
Incendi in Italia: una ferita morale e un appello alla responsabilità.
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