Un grave incendio ha devastato ieri pomeriggio l’impianto Irigom, specializzato nel trattamento di rifiuti plastici, nel quartiere Tamburi di Taranto, un’area già segnata da complesse problematiche ambientali e sociali. Le fiamme, originate all’interno di un vasto capannone di circa 8.000 metri quadrati, hanno generato una densa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza, sollevando immediate preoccupazioni nella popolazione residente.L’intervento dei Vigili del Fuoco, prontamente mobilitati dalle sedi centrali di Taranto e dal distaccamento di Martina Franca, con l’impiego di tre mezzi operativi, si è rivelato cruciale per domare l’incendio, che ha richiesto diverse ore di intenso lavoro. La difficoltà di estinzione è stata amplificata dalla presenza di ingenti quantità di materiale plastico, combustibile e tendente a generare focolai secondari.Questa mattina, le operazioni si sono concentrate sulla fase di bonifica e smassamento dei detriti ardenti, un’operazione delicata e potenzialmente pericolosa. Gli operatori, equipaggiati con autorespiratori per proteggersi dalle emissioni tossiche residue, stanno procedendo con cautela, bagnando sistematicamente le masse bruciate per prevenire riaccesi improvvisi e mitigare l’impatto ambientale.Al momento, le cause dell’incendio restano incerte e sono oggetto di indagine. L’ipotesi più accreditata è quella di un cortocircuito in un nastro trasportatore, ma non si esclude la possibilità di altre cause, legate forse a problematiche strutturali o a manomissioni. La vicenda riapre il dibattito sulla sicurezza degli impianti di trattamento rifiuti, spesso localizzati in aree densamente popolate e con una storia complessa di inquinamento.L’emergenza ha spinto il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, a emettere un’ordinanza contingibile e urgente, imposta per la tutela della salute pubblica, che vieta l’esposizione prolungata all’aria aperta, misura che resterà in vigore fino a nuove disposizioni. La popolazione residente, già provata da anni di problemi ambientali, ha espresso forte preoccupazione per la qualità dell’aria e per i possibili effetti sulla salute a lungo termine.Le rilevazioni effettuate da Arpa Puglia hanno evidenziato un temporaneo aumento dei PM10 in seguito all’incendio, ma i valori sono successivamente rientrati in livelli considerati accettabili, seppur ancora superiori a quelli preesistenti. Tuttavia, l’evento ha sollevato interrogativi sulla necessità di un monitoraggio ambientale più accurato e continuo, capace di rilevare tempestivamente eventuali anomalie e tutelare la salute dei cittadini. L’episodio sottolinea, inoltre, l’urgenza di una revisione complessiva delle politiche di gestione dei rifiuti e di un approccio più sostenibile e responsabile nei confronti dell’ambiente.
Incendio all’impianto Irigom a Taranto: fumo e preoccupazioni
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