Il devastante incendio che ha colpito l’Università degli Studi della Tuscia, e in particolare la Facoltà di Agraria – Viticoltura ed Enologia, rappresenta una ferita profonda per l’intera comunità accademica e per il tessuto vitale della ricerca agroalimentare italiana. Riccardo Cotarella, figura di spicco nel panorama enologico nazionale, presidente di Assoenologi e docente stimato presso l’ateneo viterbese, esprime con commossa amarezza la propria tristezza, condividendo un sentimento diffuso tra coloro che hanno dedicato anni di passione e impegno in quella sede.La Facoltà di Agraria non è semplicemente un complesso di aule e laboratori; si configura come un vero e proprio ecosistema intellettuale, un crocevia di sapere e innovazione che ha contribuito in maniera significativa all’evoluzione del settore vitivinicolo. È un luogo di formazione per le nuove generazioni di enologi, agronomi e tecnici, un centro di ricerca all’avanguardia che ha promosso lo sviluppo di tecniche e metodologie innovative, e un punto di riferimento culturale per tutto il mondo del vino. La sua distruzione materiale incide quindi su un patrimonio immateriale di inestimabile valore.L’incendio solleva interrogativi cruciali non solo sulla sicurezza delle strutture universitarie, ma anche sulla fragilità della nostra capacità di preservare e proteggere il capitale intellettuale accumulato nel tempo. La ricostruzione non potrà limitarsi alla mera riedificazione fisica; sarà necessario recuperare e rafforzare lo spirito di collaborazione, l’entusiasmo e la dedizione che hanno animato la comunità universitaria.In segno di rispetto per le vittime e per la dolorante comunità, il seminario “Il dolce navigar dei mosti; Giancarlo Vason e la storia delle tecniche enologiche”, inizialmente programmato per il 17 giugno, è stato rinviato a data da destinarsi. Questa decisione, pur se temporanea, testimonia l’importanza di onorare il lutto e di attendere un momento più sereno per riprendere le attività didattiche e di ricerca.Riccardo Cotarella, a nome di Assoenologi, esprime la più sentita vicinanza al Rettore Stefano Ubertini, ai colleghi docenti e personale, agli studenti e a tutto il personale amministrativo e tecnico, riconoscendo il ruolo fondamentale di ciascuno nel sostenere l’Università della Tuscia e nel contribuire alla sua continua evoluzione. La ricostruzione, materiale e immateriale, sarà un impegno collettivo, un atto d’amore verso un’istituzione che ha plasmato il futuro del vino italiano.
Incendio all’Università della Tuscia: ferita al cuore della ricerca vitivinicola.
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