domenica, 15 Giugno 2025
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Intimidazione alla Cgil Calabria: Io resto a casa, ma la risposta è partecipazione.

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Il messaggio appeso sotto la sede della Cgil Calabria, a Catanzaro, recita con chiarezza: “8 e 9 giugno io resto a casa”. Un segnale, immediatamente condiviso dal sindacato attraverso i canali social, che rivela un clima di crescente tensione e preoccupazione. Questo atto, più che una semplice intimidazione, rappresenta un tentativo di soffocare la partecipazione democratica e di minare il ruolo cruciale che il sindacato svolge nella difesa dei diritti dei lavoratori.La campagna referendaria si è svolta con un’intensità che ha visto la Cgil impegnata in un ampio ventaglio di iniziative: comizi animati, dibattiti pubblici stimolanti, assemblee partecipate, volantinaggi capillari. Eppure, la Cgil lamenta un’assenza di confronto costruttivo, un silenzio inaspettato da parte di coloro che sostengono posizioni opposte. Questo vuoto comunicativo è stato brutalmente interrotto da un’azione notturna, un’irruzione nell’ombra che ha svelato una natura ideologica inaccettabile. La risposta, secondo la Cgil, è univoca: la partecipazione attiva e consapevole al voto.Simone Celebre, Segretario Generale della Fillea Cgil Calabria, respinge con fermezza l’atto intimidatorio, definendolo un gesto di viltà e un sintomo di debolezza. Lungi dall’intimidire, l’azione rafforza la determinazione della Cgil, che continua a operare con coraggio e trasparenza, portando avanti la sua battaglia per la giustizia sociale e la tutela dei diritti dei lavoratori. La presenza costante “nelle piazze, nei cantieri, tra i lavoratori” testimonia un impegno concreto e radicato nel territorio. Celebre sottolinea l’importanza di non cedere alla paura, ma di rispondere con un rinnovato impegno, con l’unità delle forze progressiste e con la mobilitazione attiva. L’azione intimidatoria non fa altro che rinsaldare la convinzione che la Calabria, terra di storia e di identità, continuerà a incarnare i valori del lavoro, della resistenza e dell’antifascismo. La democrazia non si difende restando a casa, ma confrontandosi apertamente e partecipando attivamente alla vita pubblica, con la testa alta e la consapevolezza del proprio ruolo. Il futuro della regione, e più in generale del Paese, dipende dalla capacità di contrastare ogni forma di sopruso e di rivendicare i diritti fondamentali di ogni cittadino.

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