La proiezione demografica italiana fino al 2035 è caratterizzata da una diminuzione della popolazione in età lavorativa di oltre 2,9 milioni di unità, rispetto all’attuale cifra. Questo trend ha ripercussioni negative sui settori economici più critici, come la produzione industriale e l’occupazione giovanile.Il calo della popolazione in età lavorativa colpirà tutte le regioni italiane senza eccezioni: le imprese dovranno adattarsi alle nuove esigenze del mercato lavoro. La tendenza al rimpicciolimento della platea occupazionale potrebbe essere mitigata solo parzialmente dal ricorso alla manodopera straniera.Inoltre, questo fenomeno indurrebbe un aumento significativo della spesa previdenziale e sanitaria con un impatto negativo sui conti pubblici. La diminuzione demografica si accompagnerebbe ad una riduzione degli investimenti nel settore immobiliare e dei trasporti.La regione più interessata dalle proiezioni demografiche sarà il Mezzogiorno, dove i tassi di disoccupazione e inattività sono già significativamente elevati. Tuttavia, questa situazione potrebbe favorire l’assorbimento della mancanza di risorse lavoro nei settori dell’agricoltura e del turismo.Molte aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, saranno costrette a ridurre gli organici, mentre le imprese più grandi potrebbero rilevare in parte la situazione grazie alla loro capacità di offrire incentivi salariali e flessibilità lavorativa ai giovani.
Italia 2035: scemando la popolazione in età lavorativa
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