In Calabria, tra il gennaio e l’aprile 2025, le donne hanno pagato un prezzo altissimo per la loro presenza nel mondo del lavoro: tra infortuni e malattie professionali sono state contate ben 757 vittime. I dati dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) sottolineano come la regione abbia subito un calo di solo il 2,3% rispetto al 2024, ma la realtà è che le donne continuano a pagare il prezzo della loro presenza nel mondo del lavoro con l’incapacità di far valere i loro diritti.Il rapporto dell’Anmil evidenzia come gli infortuni mortali siano stati complessivamente 7, 3 dei quali hanno colpito lavoratrici. Un aumento rispetto ai soli due incidenti dello stesso periodo del 2024. Le malattie professionali denunciate dalle donne sono state 103. La provincia di Reggio Calabria ha assistito a un aumento delle malattie professionali, passando da 318 nel 2024 a 480 nel 2025 (+50,9%), mentre a Catanzaro queste sono praticamente raddoppiate, passando da 26 a 49. Il report sottolinea come il numero di denunce per malattie professionali aumenti del 31,4%, ma che quelle femminili scendano del 12%, lasciando supporre un possibile sotto-rilevamento o una mancata emersione del fenomeno tra le lavoratrici.Il contesto italiano è quello di una società che non supporta a sufficienza le famiglie e i lavoratori, soprattutto le madri, lasciando che il peso della cura della casa e della famiglia ricada sulle loro spalle. L’Italia non presenta un adeguato sistema di supporto finanziario alle famiglie e di servizi di sostegno alla maternità, andando incontro a quello che in termini tecnici viene definito “gelo demografico”. Le donne sono state indotte a fare sempre meno figli, determinando così un disequilibrio demografico tra nati e morti. Il rapporto dell’Anmil sottolinea come questo problema sia estremamente grave e che la società debba assumersene le responsabilità.Il report evidenzia come il lavoro femminile sia particolarmente esposto a rischi in quanto spesso si tratta di donne con professioni pericolose. Inoltre, i dati riportati nel rapporto mostrano che la malattie professionali sono più comuni tra le lavoratrici. Questo è dovuto alla combinazione delle caratteristiche dei compiti di lavoro e del ruolo sociale che viene loro attribuito.In questo senso, il report sottolinea come sia necessario introdurre misure per tutelare i diritti delle donne sul luogo di lavoro, così da garantire un ambiente di lavoro sicuro e sano. Ciò potrebbe includere la promozione della formazione professionale, del riposo e dell’assistenza alle madri in gravidanza.Il rapporto conclude evidenziando come i dati dei primi tre mesi 2025 non presentino una tendenza positiva per le lavoratrici calabresi. Pertanto è necessario un’immediata attenzione verso il mondo del lavoro per garantire che gli standard e la sicurezza siano rispettati in modo equo per tutte le persone, indipendentemente dal genere.
La Calabria tra l’incapacità a far valere i diritti delle donne lavoratrici e il gelo demografico
Pubblicato il
