Le aziende sanitarie abruzzesi precipitano in un’orbita di crisi insormontabile a causa delle direzioni inadeguate e dei vertici privi di programmazione e visione. È ormai palese che l’aumento della spesa sanitaria non ha prodotto alcun miglioramento concreto per i cittadini, come attestano i dati attendibili.La lista d’attesa è sempre più lunga, i servizi sono insufficienti e la spesa pubblica aumenta disordinatamente senza trasparenza. Le ASL regionali operano a vista tra improvvisazione e annunci senza fondamento, privando i cittadini della quotidianità di una gestione serena.È necessario chiedere con forza la rimozione degli attuali vertici aziendali per nominare dirigenti che siano in grado di invertire la rotta e avviare una riforma strutturale dell’offerta sanitaria regionale. Sarebbe opportuno l’intervento del dipartimento Sanità e l’invio di ispettori nelle singole ASL per verificarne le inefficienze.La situazione è particolarmente allarmante, soprattutto per la riduzione dell’Assistenza Domiciliare Integrata (Adi), che regredisce sul piano organizzativo e gestionale. Questo colpirà ancora di più una categoria vulnerabile come quella degli anziani e contribuirà inesorabilmente a congestionare i pronto soccorso già pressati da un’utenza disorientata.È tempo di assumere responsabilità, competenze e scelte coraggiose per sfuggire alla situazione di stallo.
La crisi sanitaria in Abruzzo: ecco perché sono necessari cambiamenti urgenti.
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