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domenica, 18 Maggio 2025
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La giovane marinara uccisa dal destino: Anna Chiti perde la vita al suo primo giorno di lavoro sul catamarano Mira.

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La vita aveva appena cominciato per Anna Chiti, quella di 17 anni che avrebbe dovuto navigare verso un futuro radioso, ma il destino aveva altre carte in mano. Era arrivata a Venezia, la città dei canali e della luce, con una borsa in mano e un sogno negli occhi: lavorare come marinaia su un imbarcazione dal fascino irresistibile, un catamarano che sembrava pronto a portarla via alla realtà. In quella giornata calda di luglio, la sua anima marinara non poteva aspettare oltre; era già al suo primo giorno di lavoro e il cuore le batteva forte nel petto mentre salutava i suoi cari prima di partire per la nave.Quel che si sapeva della giovane Anna era che amava il mare, o meglio che lo adorava con una passione così sincera da sembrare quasi fatale. Era sempre stata attratta dalle storie dei naviganti e delle navi come se fosse un richiamo interiore che non poteva essere dimenticato. Dopo tre anni di studio, aveva deciso che il momento era arrivato per andarsene e affrontare i problemi del mare con coraggio.Anna aveva scelto di iniziare la sua carriera da marinaia come cameriera su una imbarcazione, il catamarano “Mira”, perché sembrava una nave particolarmente adatta alle sue capacità. Era una decisione che dimostrava quanto Anna fosse consapevole dei propri limiti e abbia voluto iniziare con qualcosa di più facile per poi crescere in responsabilità.Ma, purtroppo, il primo giorno della sua vita lavorativa non finì come aveva previsto. Una scossa improvvisa che la fece perdere l’equilibrio fu seguita da un impeto di paura quando perse contatto con il relitto e rimase appesa alla cima legata all’elica dell’imbarcazione ormeggiata.Mentre i marinai cercavano di aiutarla, ormai era troppo tardi: la spinta del fiume, insieme a un improvviso colpo di vento che non si poteva prevedere, aveva già deciso per lei. La giovane Anna Chiti perse l’equilibrio e ricadde dentro il canale segnando così una fine prematura della sua esistenza.Era come se la vita stessa fosse stata l’ultima onda a inghiottire la piccola navigatrice, portandola con sé in fondo al mare.

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